Mondo
Siria, quattro anni di guerra globale
È il tema del servizio di copertina del numero di Vita in edicola da venerdì. Che tra gli altri contributi propone un’intervista a Franco Cardini, storico, che spiega le radici di un conflitto che ci riguarda più di quel che pensiamo
Quattro anni di guerra, oltre 140mila morti (ma l’Onu ha smesso di contarli), quasi 12 milioni di profughi, cioè più della metà della popolazione: sono i numeri del dramma siriano, una guerra civile che radici e riflessi globali. Il prossimo numero di Vita dedica il servizio di copertina a questo conflitto, che si gioca in un pezzo di terra dalla lunga e grandiosa storia, terra di convivenza tra le tre grandi religioni monoteiste. «Io sono siriano. La guerra da Damasco a casa nostra» è il titolo di copertina. Il servizio si conclude con un’intervista a Franco Cardini. Lo sguardo di Franco Cardini, è lo sguardo dello storico, che attraverso la storia riesce a cogliere con più chiarezza le dinamiche profonde dell’attualità. Sul perché la primavera araba si sia inceppata in Siria e sulle ragioni vere della rivolta contro Assad si è fatto un’dea precisa.
Qual era il calcolo dietro la rivolta per rovesciare Assad?
Era quello dell’eliminazione del governo baathista siriano che avrebbe isolato ulteriormente il governo iraniano e avrebbe indebolito l’influenza della Russia sul “Grande Gioco” vicino-orientale. Da qui l’appoggio dei Paesi arabi sunniti, i quali in alcuni casi – come il Bahrein, il Qatar e l’Oman – hanno al loro interno minoranze sciite nei confronti dei quali seguono una politica ferocemente repressiva, al cosiddetto “esercito di liberazione” siriano, in realtà una complessa galassia di gruppi tra i quali sono presenti anche molti volontari non-siriani impegnati nel jihad sunnita. A questo calcolo si sono prestate soprattutto Turchia, Francia e Gran Bretagna. Mentre Obama ha tenuto una linea più prudente e defilata.
Un calcolo che non è riuscito. Per quali ragioni?
Non si è tenuto conto di un fattore costituitivo dell’identità siriana. Che è governata da una minoranza, gli alawiti che sono chiamati anche nusayri, nella cui dottrina musulmana sono presenti elementi d’origine cristiana e mazdaica. Gli alawiti hanno sempre avuto tutto l’interesse a mantenere in Siria un clima costituzionale che noi definiremmo “laico” in quanto temono l’egemonia sunnita: ciò li ha portati tradizionalmente a fraternizzare con i cristiani che in Siria sono distinti in varie Chiese che in tutto non vanno oltre il 9%, cioè circa 2 milioni. Il patriarca melkita Gregorio III Laham è più volte intervenuto sottolineando che non è vero che i cristiani siano favorevoli al regime di Assad, ma riconoscendo che la costituzione e il governo di Damasco abbia garantito libertà e tutela alle Chiese cristiane, autentico “anello fragile” della società civile siriana. Comunità che invece hanno motivo di temere che, nel fronte ribelle, possano prevalere i sunniti fondamentalisti tra i quali le istanze anticristiane si sono di recente appesantite.
Paolo Dall’Oglio, il gesuita rapito due anni fa la pensava diversamente…
Lo so. Il mio amico Dall’Oglio ad un certo punto, non so per quale motivo, ha cambiato idea sulla Siria e ha pensato che il regime di Assad fosse il solo vero problema per la Siria. Sono convinto che si sia sbagliato e purtroppo il suo destino conferma l’assoluta inaffidabilità di chi dovrebbe prendere in mano le sorti della Siria.
Ma Assad non è un dittatore?
Nessuno lo nega, anche se Bashar non ha certo il profilo spietato del padre Hafez. Gli osservatori internazionali sono finora stati concordi nel sottolineare alcuni caratteri non negativi del governo di Bashar, che personalmente non ha certo ereditato la spietatezza paterna. Lo stato sociale siriano si è distinto per un buon funzionamento, le istituzioni e le strutture pubbliche reggono bene, il sistema di welfare è nettamente migliore di quanto non sia nella maggior parte dei paesi vicino-orientali. …..
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Il servizo di cover comprende questi articoli:
– Cronaca di queattro anni di guerra, i protagonisti e i numeri di Lorenzo Biondi
– Intervista al vescovo di Aleppo “Solo il dialogo ci salverà”, di Lorenzo Biondi
– Gli Aiuti, solidarietà è far sapere, di Daniele Biella
– Anagrafe siriana, di Anna Pascale
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