Mondo

SIRIA. Obama invierà ambasciatore Usa dopo 4 anni

Lo scrive oggi il Washington Post

di Gabriella Meroni

Gli Stati Uniti hanno deciso di mandare nuovamente un ambasciatore in Siria dopo un’assenza di quattro anni. L’assistente del segretario di Stato per gli affari mediorientali, Jeffrey Feltman, lo ha comunicato ieri sera all’ambasciatore siriano a Washington, Imad Mustafa, secondo quanto rivela oggi il Washington Post, citando una fonte dell’amministrazione Obama. Con questo gesto, spiega il Post, l’amministrazione Obama intende ampliare il ruolo degli Stati Uniti nella regione mentre il presidente americano lavora per ricucire i rapporti con il mondo islamico. La perdita d’influenza diplomatica degli Stati Uniti fra i paesi arabi ha lasciato un vuoto in gran parte riempito dall’Iran. «Non ha senso per noi non poter parlare con una voce autorevole a Damasco – ha detto la fonte al quotidiano – il disimpegno totale non ha servito i nostri interessi».

La decisione di mandare nuovamente un ambasciatore a Damasco è stata preceduta da diverse missioni di emissari americani, compreso l’inviato per il Medio Oriente, George Mitchell. L’amministrazione di George Bush aveva richiamato in patria l’ambasciatore americano in Siria nel 2005 per protestare contro l’assassinio dell’ex primo ministro libanese Rafik Hariri, attribuito ai servizi di Damasco. La Siria viene considerata un paese chiave per risolvere il conflitto arabo-israeliano. L’anno scorso vi sono stati colloqui di pace indiretti fra Israele e Siria, con la mediazione turca, che non hanno però portato risultati concreti. Damasco chiede la totale restituzione delle alture del Golan, conquistate da Israele nel 1967. Sia Israele che gli Stati Uniti sono interessati ad allontanare la Siria dalla sua stretta allenza con il regime iraniano e vogliono che Damasco cessi il sostegno al movimento islamico palestinese Hamas e al partito sciita libanese Hezbollah. Washigton vuole inoltre che la Siria intervenga per far cessare il transito attraverso il suo paese di terroristi stranieri diretti in Iraq.

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