Volontariato

“Sinergia”: questa è la parola d’ordine

L'intervento del presidente di CSVnet

di Redazione

Pur se i Csv non sono enti di rappresentanza del volontariato, di fatto essi costituiscono oggi una delle reti più partecipate e capillari del volontariato italiano presenti nel territorio, luoghi di incontro, scambio di buone pratiche e informazioni, analisi e confronto, decisione di strategie e di azioni di sostegno, esperienza di governo e di lavoro d’insieme. Concretamente possono costituire un contributo e un sostegno a superare uno dei problemi più significativi del volontariato italiano e cioè quello di aumentare le reti sia per sostenere l’azione del volontariato e sia per dotarlo di una capacità di rappresentanza per l’interlocuzione con le istituzioni e i cittadini. Questo è un compito che i Csv non possono e non devono fare da soli, ma a sostegno dei luoghi di coordinamento e rappresentanza del volontariato. Oggi tale finalità rappresenta una priorità strategica. In questo ci sono esperienze di sostegno e collaborazione con Conferenze e coordinamenti del volontariato e con i forum del terzo settore.
La promozione del volontariato soprattutto tra i giovani è una delle frontiere di innovazione strategica più importanti, sia perché è il modo per dare futuro e innovazione al volontariato e sia perché rappresenta il modo concreto per esercitare la promozione della cultura dei beni comuni, dell’interesse generale, della solidarietà. Il volontariato è in questo un’esperienza di costruzione di cittadinanza, di buona cittadinanza, indipendentemente dal fatto se uno poi farà o meno il volontario stabile e continuativo. «Significative sono le 32 intese dei Csv con gli uffici scolastici regionali e provinciali e in alcuni casi persino con l’amministrazione della giustizia per attività sostitutive della pena (come per esempio i Csv di Reggio Calabria e di Como).
Un altro punto focale è la rendicontazione. Rendicontare bene è fondamentale oggi per adempiere alla normativa e per essere capaci di rendere conto e promuovere la propria azione fra i cittadini e fra i donatori e nei confronti dei finanziatori (fondazioni e profit) e delle istituzioni. Si passa da esperienze di aiuto nella burocrazia e all’accompagnamento nei bilanci, ma anche all’aiuto alla trasparenza per facilitare le donazioni. La progettazione sociale, cioè il sostegno da parte dei Csv ai progetti delle organizzazioni di volontariato rappresenta ormai un’attività diffusa, realizzata in varie forme con bandi e processi di sostegno concreto ai progetti delle associazioni, assicurando innovazione e continuità dell’azione del volontariato, spesso a rete. In questi anni nel finanziamento al volontariato da parte delle istituzioni e delle Fondazioni si è giustamente passati dai finanziamenti a pioggia ai finanziamenti per progetti. Ma ora si tratta di superare un concreto rischio. Questo sistema, spesso organizzato per bandi che imitavano sostanzialmente le procedure pubbliche di selezione di progetti verso la scelta di maggior rapporto qualità/costo, ha sicuramente il vantaggio di una ricerca della qualità e della trasparenza. Ha però spesso prodotto nei territori e nelle comunità il sorgere e il finanziamento di buoni progetti, realizzati da alcuni in competizione con altri, anche con buoni esiti, ma che spesso una volta terminati non davano continuità di risposta al bisogno, né interazione sistemica con iniziative e servizi contigui o connessi. Si tratta oggi di rafforzare alcune esperienze pilota (cfr. i Csv di Emilia Romagna, Toscana, Marche, Veneto e alcune della progettazione sociale straordinaria nelle regioni meridionali) che, pur mantenendo livelli di trasparenza e giusta competizione per la ricerca della qualità efficiente, tendano a mettere in sinergia soggetti, idee, progetti e risorse in dati territori per dati bisogni. In questo modo si potranno realizzare progetti di sistema, di lunga durata, che integrano risorse e opportunità, aumentando concretamente la capacità di una comunità di rispondere ad un bisogno, in maniera diffusa e stabile. Si tratta di continuare la sperimentazione, di investire senza paura in risorse umane competenti nell’accompagnamento decisivo per tali processi complessi, sottraendo man mano risorse ai bandi classici ed investendo invece in questi processi sinergici.


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