Volontariato

Sindacati. Pezzotta: “O siamo riformisti o decliniamo”

Il segretario della Cisl Savino Pezzotta con un articolo pubblicato oggi sul Sole 24 ore prende posizione sul dibattito che ha spaccato l'unità sindacale e invita la Cgil al coraggio

di Ettore Colombo

“Le metamorfosi che attraversano la politica e l’economia italiana sono profonde e destinate a segnare la nostra democrazia e il futuro del nostro Paese”. Sono le prime parole che Savino Pezzotta, ha messo nero su bianco in una lettera inviata oggi al quotidiano Il Sole 24 ore e che ha per principale ‘destinatario’ la Cgil di Guglielmo Epifani. “A fronte di tutto ciò – scrive Pezzotta – si parla molto di innovazione. E’ corretto che questo discorso avanzi e diventi ‘sentire’ comune, ma occorre che l’idea di innovazione non sia semplificata e ridotta a quella tecnologica, principale ma non esaustiva. Il concetto di innovazione deve porsi in tutta la sua complessità, facendo crescere l’idea che è tutto il Paese che si deve innovare e che cio’ riguarda la politica, l’economia, le imprese, il sindacato e il nostro modello sociale. Il nostro è un Paese che deve innovarsi in profondità rompendo quell’atmosfera di pigrizia e di rassegnazione che lo avvolge”. Per Pezzotta “bisogna uscire da questo stallo, da questa atmosfera di forti ripiegamenti e conservatorismi per collocarci, con decisione, dentro la complessità della nuova modernità, che nasce dalle grandi trasformazioni indotte dalla globalizzazione, dalla interdipendenza economica e finanziaria”. “Un compito importante – spiega il segretario cislino – in questa direzione lo potrebbe giocare per la sua storia e la sua credibilità sociale il sindacato confederale, ma purtroppo questo non sta avvenendo per una serie di motivi che evidenziano l’esistere nel nostro Paese di una ‘questione sindacale'”. “Difficile – afferma Pezzotta – rintracciare un tratto comune nei recenti rapporti della Cgil con l’Ulivo”. E poi conclude: “Il perdurare delle tensioni produrrà un declino politico del sindacalismo confederale. Ora dobbiamo registrare il fatto di aver perso le opportunità messe in campo da Confindustria”.


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