Cultura

Sindacati: Papa, difendete la vostra autonomia

E' quanto ha detto Giovanni Paolo II a Solidarnosc. Il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, "Facciamo nostro questo invito"

di Paul Ricard

Il sindacato deve prendere ”apertamente le difese” dei lavoratori ai quali vengono negati ”i diritti fondamentali”, senza distrazioni politiche, senza essere strumento di azione ”di nessun partito”. E’ quanto ha detto Giovanni Paolo II a Solidarnosc, in un discorso in polacco pronunciato oggi in occasione di un’udienza in Vaticano al sindacato. Un ”fermo richiamo”, come l’ha definito Radio Vaticana, con una precisa collocazione storica e geografica, che ha visto Solidarnosc prima movimento e poi sindacato per la liberta’ della Polonia dal regime comunista. Per poi diventare pero’, una volta caduta la dittatura, forza politica e di governo, elemento che ha portato Solidarnosc a non potersi piu’ concentrare in modo esclusivo e pienamente autonomo, sul grande bene sociale del lavoro umano e degli uomini del lavoro. Un monito che il papa aveva gia’ rivolto a Solidarnosc nel lontano 1981, in pieno regime comunista, parole espressamente citate oggi da Wojtyla. Ma le parole del papa non poteva non passare inosservate anche a chi, in Italia, e’ alle prese con una fase delicata del dibattito sindacale e politico. In particolare, e’ rimasto molto colpito il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, che ha sottolineato ”l’ esortazione di Giovanni Paolo II ad una iniziativa piu’ incisiva e coraggiosa per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e per un costante miglioramento delle loro condizioni di vita. La Cisl – ha concluso – fa proprio questo messaggio, sempre piu’ convinta che la sua autonomia e’ la premessa per rendere piu’ forte la sua azione e per assicurare successo alla stessa, pur in presenza di una situazione cosi’ complessa e difficile, come quella che stiamo vivendo”. Per Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori ”il papa ha ragione, il sindacato non deve farsi trasportare da scelte troppo ideologiche, rischio presente anche in alcuni paesi occidentali”. Tuttavia, ha aggiunto Costalli, e’ bene non dimenticare che ”il sindacato e’ un grande strumento di democrazia e di coesione, da salvaguardare, anche perche’ l’alternativa sarebbe lo scontro continuo”. Il papa, ricordando anche che il ”blocco” dei salari dovuti per il lavoro svolto e’ un ”peccato che grida vendetta al cielo”, non ha risparmiato critiche ai suoi connazionali: ”Bisogna che il vostro sindacato prenda apertamente le difese degli uomini del lavoro ai quali i datori del lavoro negano il diritto di voce, il diritto di opporsi ai fenomeni che violano i diritti fondamentali del lavoratore”. E tra questi diritti, il papa ha messo il salario, ricordando che ha scritto in proposito una lettera ai vescovi polacchi, citando il libro del Siracide: ”Uccide il prossimo chi toglie il nutrimento, versa sangue chi rifiuta il salario all’operaio”. Giovanni Paolo II ha detto che l’ ”abuso” di non pagare il salario, ”e’ la causa della drammatica situazione di molti uomini del lavoro e delle loro famiglie. Il sindacato Solidarnosc non puo’ rimanere indifferente di fronte a questo angosciante fenomeno”. Il papa, che ha letto solo in parte il discorso in polacco, ha sottolineato anche due caratteristiche del lavoro, oggi in pericolo: la dignita’ e l’efficacia del lavoro umano. All’udienza era presente anche il leader storico di Solidarnosc Lech Walesa, che con il papa ha diviso gli anni della lotta contro il comunismo. All’uscita dall’udienza, Walesa ha commentato con la stampa polacca le parole del papa: ”Mi ha dato ragione, da sempre dico che era meglio stare lontano dalla politica, dall’esecutivo”.

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