Non profit

Sindacati frantumati

Rotta l'unità sindacale. Solo la Cgil allo sciopero del 12 dicembre

di Franco Bomprezzi

Il fronte sindacale sta vivendo un altro 2002, quando sempre con Berlusconi al governo le tre sigle confederali ruppero l’unità. Ecco come le maggiori testate italiane hanno trattato l’argomento

 

 

“Guerra nei sindacati, divisi su tutto”. È il titolo di Repubblica, che dedica due ampie pagine ai “Sindacati ai ferri corti, è  rottura Cgil: 12 dicembre, sciopero generale”, come recita a pagina 2 l’apertura di Luisa Grion. La quale riferisce del clima avvelenato: l’esclusione della Cgil dal vertice dei misteri (Cisl e Uil, infatti, negano ci sia stato) pesa sui rapporti all’interno della triplice e con il governo. Epifani non crede alla smentita: «Quello che è accaduto, se confermato, è gravissimo senza precedenti e apre un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali e con la Confindustria» (alla cena presente anche la Marcegaglia). Sicché mentre gli altri firmano il contratto dei ministeriali, la Cgil dice no; mentre Cgil proclama un calendario di agitazioni, gli altri no… In appoggio intervista a Bonanni: “Mi hanno visto da Berlusconi? Si sbagliano, ero a Porta a porta”: «Non c’è stata nessuna cena, se c’è stata non mi hanno chiamato, se mi avessero chiamato ci sarei andato»; quanto allo sciopero generale, «è un errore clamoroso: non riconosce il lavoro fatto fino ad oggi per trovare vie d’uscita alla grave crisi economica».
Focus su Epifani di Paolo Griseri: “E il moderato Guglielmo sceglie la piazza «Bisogna reagire al clima da basso impero»: arrabbiatissimo il leader Cgil (la cena gli è stata confermata da Beretta, direttore generale di Confindustria) . «Per paradosso Epifani sembra più irritato per il tradimento della sua naturale controparte che per il comportamento dei colleghi delle altre confederazioni». «È un copione che si ripete», sostiene, «dal patto della lavanderia in poi i governi di Berlusconi ci hanno provato spesso». Il richiamo è al Patto per l’Italia, firmato a suo tempo da Cisl e Uil e rimasto lettera morta.

“Sindacati, addio unità”, taglia corto il titolo di apertura del Corriere di oggi. A rompere il fronte l’incontro “segreto” fra il premier la Cisl e la Uil, che il segretario della Cgil Epifani ha definito «grave», ma dai contratti all’università fino allo sciopero generale del 12, divisioni e strappi si erano succeduti a tambur battente nell’ultimo periodo. Alla penna di Maria Teresa Meli è affidato il retroscena sotto il titolo “Nel Pd sale il gelo dell’ala filo Cisl: «Il 12 è uno sbaglio»”. Osserva la giornalista: «La prima reazione è uguale per tutti: sbaglia il governo a spaccare i sindacati e a tentare l’isolamento della Cgil. A cui segue il resto» ovvero la convinzione espressa dalla Confindustria ai vertici del Pd che «Epifani non firmerà niente, stretto com’è fra metalmeccanici e statali (che dopo i pensionati sono la parte più consistente dei suoi iscritti). Lascerà questa incombenza a chi gli succederà», il Pd è d’accordo con questa analisi e infatti starebbe pensando di “liberarsi” di Epifani candidandolo alle Europee. «Nel frattempo però occorre affrontare la divisione del sindacato». E su questo  punto l’ala che fa riferimento al centrista Giuseppe Fioroni ha pochi dubbi. Per Fioroni infatti la manifestazione del 12 dicembre è una cosa da pazzi.
Il Corriere intervista Savino Pezzotta, leader della Cisl nel 2002 quando si celebrò un’altra storica spaccatura. Per Pezzotta però il confronto non regge: «Nel 2002 il governo ci illuse» e oggi Cgil, Cisl e Uil «dovrebbero fare ogni sforzo per recuperare le ragioni dell’unità»

“Si spacca il sindacato. La Cgil in piazza il 12, la Cisl ritira lo sciopero” (pag. 7). Come sempre, un titolo sobrio da Avvenire. Mentre Cisl e Uil smentiscono la propria presenza a palazzo Grazioli, sottolineando però che «Comunque vada, Epifani si arrabbia sempre» («Ormai sono tre mesi che siamo in questa situazione di tensione con la Cgil»), Renata Polverini dell’Ugl, sindacato che non ha partecipato al meeting con Governo e Confindustria nonostante l’invito dello stesso Berlusconi, dice: «Pensavamo che la stagione degli incontri riservati fosse terminata con la scorsa legislatura. Nel rapporto tra governo e parti sociali c’è ormai un problema di metodo, che se possibile, viene prima ancora di quello di merito». È però Epifani il protagonista: «Il presidente Berlusconi dimostra di non avere alcun rispetto dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue». Contemporaneamente il ministro Sacconi attacca:  «Il problema è che la Cgil si è isolata dalle altre organizzazioni, non ha sottoscritto il primo documento sulla modifica del modello contrattuale che invece è stao condiviso da Cisl, Uil e Confindustria. Si è sttratto alla responsabilità di firmare l’accordo quadro per l’impiego pubblico come si è sottratta all’accordo sul commercio… Rifletta la Cgil sul fatto di mettere veti su tutto. Gli incontri informali avvengono cntinuamente, sono nella prassi delle relazioni industriali». Epifani, per tutta risposta convoca lo sciopero generale il 12 dicembre. Il Pd critica aspramente il vertice di Palazzo Grazioli: «Non è serio. Tutti gli interlocutori fino a prova contraria sono uguali», attacca Pierluigi Bersani. «Un governo che cerca di dividerli non fa l’interesse del Paese. Sono faziosi, ideologici, non hanno nessuna attitudine ad un sano pragmatismo». Risponde Capezzone (Pdl): «È ormai fin troppo chiaro che la line aestremista e massimalista di Epifani sta mettendo la Cgil in un angolo». 

La Uil richiama Corso Italia alle responsabilità: è urgente mettere più soldi in busta paga.
Un articolo scritto dal segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza, per Italia Oggi dà una nuova lettura al rapporto mondo sindacale e i nuovi scenari economici. Il riferimento all’inflazione programmata programmata aveva un senso quando il Dpef veniva definito dal governo d’intesa con le parti sociali. Oggi non più. Il nuovo indice garantisce per il biennio 2009-201 due punti abbondanti in più rispetto all’indice programmato unilateralmente dell’esecutivo per lo stesso periodo e quindi protegge le retribuzioni nazionali meglio di oggi. Ma la vera svolta che discende dalla forma è il legame tra contrattazione di secondo livello e riduzione del cuneo fiscale. Questa opportunità è destinata a cambiare i futuri modelli contrattuali, rafforzando la presenza del sindacato nei territori e dentro le aziende. La conferma di questa svolta è la circolare con la quale il ministero del Welfare e l’Agenzia delle entrate hanno chiarito, oltre ogni dubbio, che la detassazione sperimentata nella seconda metà del 2008 non riguarda solo il lavoro straordinario ma l’intera retribuzione aziendale. Di conseguenza si riduce al 10% la tassazione per: premi variabili, indennità di presenza e di turno e tutte le forme di flessibilità che siano abituati a negoziare in azienda. Il vantaggio fiscale netto per i lavoratori può  arrivare a 500 euro e anche raddoppiare per chi ha maggiori carichi familiari.

Alla spaccatura sindacale il Manifesto dedica la cover (titolo significativo, “Meglio soli”), due pagine e l’editoriale, di Loris Campetti, dal titolo altrettanto significativo “I due portaborse”. La polemica parte dalla cena a palazzo Grazioli con Berlusconi, Marcegaglia, Cisl e Uli (ma oggi Bonanni sostiene di non esserci stato, che è un’invenzione di Epifani per fare lo sciopero…). Scrive Campetti: “È difficile pensare ai 5 milioni e mezzo di lavoratori e pensionati della Cgil come a un esercito di estremisti irreponsabili, guidati da un segretario che non merita di partecipare a incontri tra gente perbene”. L’incontro di Palazzo Grazioli sarebbe dunque secondo Campetti “un vulnus nella storia delle relazioni sociali italiane”.

La foto di copertina del Giornale riguarda i sindacati, allo strappo della Cgil. “Addio unità. E la Cgil è all’angolo” è il titolo della cronaca di Antonio Signorini. “Epifani è rimasto solo” si legge nel titolo che apre pag. 2. «Lo schema è ormai un classico, una certezza da quando c’è un governo di centrodestra, la Cgil da una parte e gli altri sindacati dall’altra», scrive Signorini, che continua «La frattura ora è a 360 gradi e investe tutti i settori, non più solo la scuola. La fase più acuta sarà il 12 dicembre, data scelta per lo sciopero generale che la Cgil farà da sola. Prima però ci sarà la manifestazione di domani a Roma relativa all’università. Era l’ultima mobilitazione unitaria delle tre confederazioni, ma anche questa si colorerà solo di bandiere Cgil». La frattura è su tutto, si diceva, e infatti ieri sera Cgil non ha firmato il contratto  dei ministeriali portato a termine da Brunetta  che oggi dovrebbe procedere a  sciogliere i nodi relativi ai ricercatori precari dopo l’apertura della Gemini verso forme per una loro stabilizzazione.

Sulla spaccatura fra i sindacati La Stampa intervista il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, che dice: «E’ una bruttissima pagina, una cosa da basso impero. Angeletti e Bonanni da Berlusconi a  Palazzo Grazioli senza di noi… E con la Confindustria. Emma  Marcegaglia avrebbe dovuto sollevare il problema della mancata 
presenza della Cgil. Non riesco a capirla, forse è una fase di  debolezza». E all’intervistatore che gli chiede perché la Cgil non è  stata invitata risponde: «Non lo so. Ma ho un sospetto: c’entra  qualcosa l’asse D’Alema-Fini sul federalismo?».

E inoltre la Rassegna stampa di oggi si occupa di:

Immigrati
Repubblica– A pagina 16, Liana Milella fa il punto sulle leggi per stranieri: “La Lega: stop agli immigrati per 2 anni”. Ovvero il tentativo di imporre regole ancor più restrittive per gli extracomunitari. La settimana prossima potrebbero essere approvate in Senato: blocco dei decreti flussi per 2 anni; permesso a punti; esame di lingua e di nozioni giuridiche; il riconoscimento delle ronde. Norme «irrazionali e odiose» dice l’opposizione. I leghisti però tengono (tradizionalmente!) duro: vogliono ripresentare persino l’obbligo per i medici di denunciare i clandestini che chiedano assistenza.

Giornale– titola “I clandestini paghino la sanità” perché oggi prende il via al Senato la discussione generale sul ddl sicurezza e la Lega rilancia la linea dura contro i clandestini e un maggiore rigore anche verso i regolari.
Il Carroccio propone  che gli stranieri paghino per ottenere qualsiasi prestazione  compresa quella di pronto soccorso. Inoltre l’emendamento, se sarà approvato, obbligherà i medici a segnalare il clandestino alle forze dell’ordine.

Sbarchi

Corriere– Il 2008 anni record per gli arrivi degli immigrati (moltissimi i somali e i nigeriani): tanto che le richieste di asilo nel 2008 sono già 40mila a fronte delle 14mila del 2007 (come anticipato la settimana scorsa nell’intervista al direttore del Cir Christopher Hein, pubblicata su Vita magazine). Secondo i numeri del Viminale gli irregolari in Italia sono 650mila. Il 63% arrivato via terra o in aereo. 
 
Piano anticrisi
Giornale– In primo piano il Giornale  anticipa i provvedimenti anti-crisi del Governo “ I piani per dare soldi alle famiglie” e spiega che si tratta di “bonus bebè, bonus per i pensionati, una tantum a dicembre per gli stipendi bassi. Pronti1,2 miliardi per gli sconti sulle bollette di luce e gas”. Pag. 6 un’infografica aiuta a orientarsi. Le misure però sono solo ipotesi sul tavolo del Governo, devono esser formalizzate dal ministero dell’Economia e quindi essere contenute nel decreto anti-crisi  che dovrebbe essere varato entro la fine di novembre.

Banche
Sole 24 ore– L’”evento” che il Sole spara in prima pagina è una mega-intervista (ma senza domande e riposte, è un’intera pagina di quotidiano con i virgolettati nel testo…) a Corrado Passera, ad di Intesa, che parla nei giorni di passione per la banca (dalla diffusione della trimestrale, il titolo ha perso oltre il 22% a causa del dimezzamento dell’utile in nove mesi). Ma se ha voluto/accettato questo enorme spazio sul Sole non è certo per dire che va tutto male, e infatti si dice che «non è per niente preoccupato», «i risultati sono buoni, il conto economico è solido». Tuttavia serve aiuto: il governo deve dar fiato all’economia nel breve termine, per evitare che dalla recessione (sicura) si passi alla depressione (da scongiurare). Come? Una bazzeccola: servono 50 miliardi di euro (100mila miliardi di lire!) da spendere in accelerazione infrastrutturale e tecnologica (strade, porti, energia, ferrovie veloci) e in premi fiscali alle aziende che investono in innovazione. Tropi? «Il costo del non fare è più alto del costo del fare» sentenzia Passera. Vernenum in cauda, si parla di politica. Ma lei non è di sinistra?, chiede il Sole. «Abbimao collaborato con tutti i governi». Andrebbe ancora a votare alle primarie del Pd? «Non ho partecipato alle primarie del Pd». Scoop!

Un Paese bloccato
Repubblica– R2 prosegue il viaggio su Il Paese da sbloccare. Oggi intervista a De Rita: “Meritocrazia senza spazio nella piramide del potere”. L’Italia è in una «logica gerarchico-piramidale». Ci salverà il policentrismo: «Le moderne elite si formano nel policentrismo o non si formano affatto». «Brunetta dice che i ministeri sono pieni di fannulloni. Ma il problema non è che ci sono i fannulloni, è invece che il vertice della piramide è lì chiuso nella sua punta e a quelli non gli fa fare niente».

Matrimoni
Avvenire-. La verità sui figli e il divorzio (Franco Angeli), è l’ultimo libro di Robert E. Emery, fra i massimi studiosi mondiali del divorzio e dei suoi effetti sui figli, nonché direttore del Center for Children Families an the law, che è stato presentato ieri alla Cattolica di Milano. «Solo in Occidente ci sono così tanti matrimoni in frantumi», ha detto Vittorio Cigoli, docente di Psicologia presso l’ateneo milanese. In Italia, il 70,5% delle separazioni e il 60,7% dei divorzi riguardano coppie con figli: secondo i dati Istat, nel 2007 i figli coinvolti nella crisi matrimoniale sono stati 99.257 per quanto riguarda le separazioni  e 21.996 per quanto riguarda i divorzi. I figli dei divorziati possono incorrere in problemi psicologici e comportamentali con un’incidenza doppia rispèetto a quelli delle coppie sposate: «hanno una probabilità da 1,25 a 1,50 maggiore di sviluppare un disturbo depressivo; due vlte maggiore di abbandonare la scuola prima di laurearsi; da 1,25 a 1,50 maggiore di divorziare essi stessi», ha affermato Emery, sottolineando che si tratta comunque di probabilità e non di certezze, e soprattutto ricordando che chi divorzia potrà anche presentarsi ai figli come ex-moglie o ex-marito ma mai come ex-genitore.

Aids

La Stampa– In cronaca pubblica la notizia del paziente statunitense  che, dopo un trapianto di midollo, non presenta più il virus  dell’Aids. Sapendo che alcune persone sono immuni al virus grazie a  una particolare mutazione genetica, l’equipe della clinca  universitaria Charitè di Berlino ha scelto un donatore di questo  tipo. La mutazione riguarda l’1% della popolazione europea, e fa in  modo che il virus non penetri nelle cellule. Ma c’è chi è scettico  sul fatto che sia possibile arrivare a una cura tramite trapianti,  resta il fatto che lo studio sulle persone immuni e il successo di  questo trapianto aprono nuovi scenari interessanti sullo studio e la cura dal virus Hiv.

Obama-Papa
Corriere– Il presidente eletto dopo il monito di Barragan sulle embrionali chiama il Papa, ma non si tocca il tema della ricerca. Nelk colloquio, già previsto da tempo, Obama si è limitato a ringraziare il pontefice per le congratulazioni e per le preghiere dopo il voto.

Testamento biologico
Corriere– Come anticipato da Vita.it l’oncologo Sandro Veronesi ha presentato una proposta di legge sul testamento biologico che prevede l’obiezione di coscienza del medico sulla decisione del paziente. obiettivo: sbloccare l’impasse in Parlamento.

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