Volontariato

Simbolicamente. Il fucile spezzato della Presidente della Camera

di Pasquale Pugliese

Dunque, anche quest’anno si è svolta la “rassegna militare” per la Festa della Repubblica. Ma la notizia è un’altra: a Roma e in tutta Italia, per la prima volta, si è svolta la Festa della Repubblica che ripudia la guerra, con la partecipazione della Presidente della Camera Laura Boldrini.

Ma andiamo con ordine.

Il Presidente Napolitano nei giorni scorsi aveva risposto alla lettera indirizzatagli dalle Reti per il disarmo, la nonviolenza e il servizio civile ribadendo che la parata “lungi dall’essere un’anacronistica esibizione muscolare, è il giusto segno di attenzione che l’Italia rende a quei tanti uomini e donne che ogni giorno servono il Paese per garantire la nostra sicurezza.”Seppure nella parata sfilano piccole rappresentanze di corpi civili come la Protezione civile e la Croce rossa, il concetto di sicurezza usato dal Presidente, in riferimento alla rassegna militare, non contiene certo la protezione dalle minacce quotidiane ai diritti sanciti nei Principi fondamentali della Costituzione, che compromettono la sicurezza dei cittadini.

Chi garantisce la sicurezza fornita dal diritto al lavoro, all’istruzione, alle protezioni sociali, alla piena partecipazione alla vita civile, all’ambiente sano, alla cultura, alla salute e così via? Non certo chi sfila in armi ai Fori imperiali evocando quei sistemi d’arma che, seppur – per decenza – lasciati negli hangar, risucchiano ingentissime e crescenti risorse economiche sottratte proprio ad un’utilizzo civile e sociale. Per esempio, come spiega tra gli altri la Fondazione Veronesi, con il costo di un solo cacciabomabardiere F-35 si potrebbe dare l’indennità di disoccupazione per un anno a 17.000 precari, oppure mettere in sicurezza 250 scuole o costruire 400 asili nido…O, ancora, aggiungiamo, garantire il diritto al Servizio civile per tutti i giovani che vogliano svolgerlo, invece di dover elemosinare ogni anno briciole di risorse calanti.

Del resto lo stesso Ministro della difesa Mario Mauro nei giorni scorsi si era premurato di ribadire – con parole da corsa agli armamenti fondata sull’antico assunto si vis pacem para bellum – che gli F35 non si toccano perché “servono a garantire la pace”, in quanto “la deterrenza agevola la pace”. Un’idea bellicista di sicurezza.

Eppure, dicevamo, le Reti per il disarmo, la pace e il servizio civile il 2 giugno hanno svolto a Roma, e contemporaneamente in tutta Italia, iniziative nonviolente per un Festa disarmata della Repubblica, volte sia a premiare cittadini che si sono distinti nel loro lavoro quotidiano, contribuendo a realizzare i valori fondanti della nostra Costituzione, sia a incontrare alcuni dei parlamentari che nei giorni scorsi hanno aderito alla mozione trasversale contro gli F35. Infine, in una sede di Servizio Civile di Roma (Salesiani per il sociale), le Reti hanno incontrato la Presidente della Camera Laura Boldrini che ha sottolineato “il dovere di valorizzare chi opera in nome dei valori che sono alla base della Carta Costituzionale, l’impegno civico, il servizio, la solidarietà” e, in riferimento ai caccia F-35, ha ricordato di aver detto già in altre occasioni che “in tempi di crisi vanno riviste le priorità di spesa”. Poche chiare parole, ma sorrette da un’immagine che parla da sola: il giorno della parata militare, dopo che ai Fori imperiali hanno sfilato i soldati – a piedi ma simbolicamente armati fino ai denti – la Presidente della Camera ha ascoltato le ragioni del disarmo e ha parlato al tavolo adornato con la bandiera della nonviolenza, con i colori della pace ed il fucile spezzato. Simbolicamente.

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