Formazione
Silenzio, parla Barberi
Il sottosegretario alla Protezione civile chiama a convegno i suoi volontari. E dal palco arringa
Nel Palazzo del Popolo di Orvieto l?unica cosa bella è Francesca, addetta stampa della Protezione civile. Per il resto, la Prima conferenza nazionale degli ossimori, i ?volontari di stato?, è il copione già visto e rivisto di tutte le celebrazioni; il monologo elogiativo dell?ordine esistente. La cerimonia di commiato del politico e il discorso di insediamento del tecnico. Il sottosegretario di Stato che lascia, il direttore dell?agenzia di Stato che prende. Franco Barberi esce, Franco Barberi entra. (Applausi). Quasi in orario arriva Barberi, il volto sofferente dei magnanimi. Lascia aprire i lavori dai discorsi d?ordinanza delle varie autorità, fa riscaldare l?atmosfera dal presidente dei volontari di Protezione civile, Franco Bagnariol, poi, con la calma dei forti, sale sul podio. A leggere tutto d?un fiato il noioso saluto di Massimo D?Alema, suo presidente che un tempo fu anche suo sponsor. (Applausi). Degli otto ministri messi, furbamente, in locandina da Barberi che non verranno, chi se ne importa… Il capo soffre, solo io sto con voi. Ma io sono il governo! Mentre il generale salmodia, citandosi addosso guerre passate, vittorie presenti e obiettivi futuri, tutt?intorno le truppe scelte fanno clacque. Duecento borghesi in orbace sardo e una cinquantina di miliziani in divise fluorescenti da parata, tute incerate da campo, stivali ramponati da emergenza. Le Misericordie non ci stanno, ma loro recitano la parte della guardia d?onore, la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale del XXI secolo. Che per il capo e il paese se ne frega di se stessa.
«Siamo un animale ferito», vocalizza Barberi, che ha bisogno di essere lasciato in pace, di non essere disturbato. È indignato Barberi, è disgustato di vivere in un paese dove esiste una simile stampa, che mette in dubbio, che vuole sapere, vedere i conti. «Lasciateci lavorare». Lasciamolo lavorare. Non disturbiamo il manovratore. (Applausi). Bella Orvieto. Città della fede. (Preghiere). Ci facciamo da parte, lasciamo parlare il professore. Eccepire è peccato.
I l messaggio del Presidente del Consiglio che vi ho appena letto contiene in sintesi molte delle cose che io, in maniera più diffusa dirò. Il primo punto è quello della totale autonomia e indipendenza del volontariato. Voi siete molto gelosi della vostra autonomia e avete ragione. D?altra parte credo che si possa dare atto al Dipartimento della Protezione civile e a me che ne ho retto la gestione in questi anni, che questa autonomia l?abbiamo gelosamente difesa. Abbiamo creato attraverso la struttura del comitato nazionale un rapporto di collaborazione nel quale c?era un rispetto molto profondo: anche per questo mentre abbiamo accolto con favore l?iniziativa di organizzare questa conferenza, poi vi abbiamo lasciati tutti liberi di decidere argomenti, scopi, impostazione, organizzazione (?).
Ogni tanto, qualcuno mette in dubbio questo rapporto di totale indipendenza, autonomia, pur in uno spirito di completa collaborazione. Il vostro presidente nazionale prima ricordava la velenosa insinuazione – il volontariato è appiattito sulle istituzioni – allora a chi scrive queste cose, forse, bisognerebbe semplicemente dirgli che in questi ultimi tempi, soprattutto nella Missione Arcobaleno ma già prima, nell?emergenza umbra, non è che ci si appiattisse reciprocamente uno addosso all?altro, è che abbiamo fatto insieme le scelte, le abbiamo insieme gestite, ci siamo ripartiti le responsabilità e dunque queste scelte, queste azioni, congiuntamente difendiamo. Non è un appiattimento, è un riferire di un?azione congiunta, liberamente scelta (?). Sono contento che in questo messaggio di grande rilevanza politica, il Presidente del Consiglio, abbia sottolineata l?autonomia, l?indipendenza del volontariato (?).
In questi mesi i politici hanno parlato male della Protezione civile, distinguendola però dai volontari. La Protezione civile sarebbe una banda di ladri, di malfattori, i volontari invece sono tutti bravi. Per carità: voi siete un milione e duecentomila, come ricordava il vostro presidente, credo che ognuno di voi abbia un minimo di influenza possibile su due o tre persone fra familiari, parenti e amici, insomma rappresentate una massa elettorale potenzialmente molto interessante, si può parlare male di tutti ma anche se lo si pensa è opportuno non parlare male del volontariato perché alla fine sono sempre qualche milione di voti in discussione. (Applausi) Allora, la cosa più rilevante, ripetuta in questi mesi, sono state le pubbliche, ripetute affermazioni del volontariato che diceva, per favore, non la fate questa distinzione: noi siamo riusciti negli anni a creare una struttura che, nel rispetto delle autonomie, nel rispetto delle competenze si è mossa come una struttura unica (?).
L?agenzia di protezione civile nasce per perseguire quegli obiettivi che D?Alema ha sintetizzato in una riga: abbiamo bisogno di una struttura più agile, abbiamo bisogno di una struttura che insieme al volontariato cerca le regole e gli indirizzi e cerca di promuoverle nel resto del Paese. (?) Ha ragione Bruno Bracalente, quando si condividono momenti difficili, quando si passano insieme mesi e mesi di problemi ed emergenze, emerge quasi un?amicizia. Adesso, guardandovi riconosco molte facce (?)
A che punto siamo con l?agenzia? Speravo di venire qui portandovi altre notizie, ma purtroppo l?iter non è ancora concluso (?) Al momento in cui gli organi saranno operativi, io mi dimetterò da sottosegretario perché in quel caso ovviamente comincerei a diventare controllore di me stesso, nel senso che devo proporre i meccanismi di regolazione della strutture, mentre è chiaro che debba essere un altro a dire se vanno o non vanno bene (?) Come sempre non è che abbiamo problemi, perché io sono rimasto in questa posizione e rappresento in qualche modo la saldatura dei sistemi, comunque dobbiamo sbrigarci perché non è piacevole restare a lungo in mezzo al guado (?).
Consentite che in tre parole ripeta la realtà dei fatti della Missione Arcobaleno. Nel sito Internet delle Nazioni Unite è scritta la valutazione della nostra prestazione: degli interventi degli altri Paesi non c?è parola, si parla solo dell?intervento italiano, perché la prestazione italiana è stata di gran lunga la migliore, in termini quantitativi e qualitativi. (?) Se non ci fosse stata la Missione Arcobaleno, quella sarebbe diventata una catastrofe umanitaria, in più ci sarebbero stati anche problemi dal punto di vista politico. Questo lo aggiungo io, ma è sicuro, in particolare nei confronti della Nato. (?) Infine interessante è il capitolo relativo ai costi, perché così come viene presentata la Protezione civile è una banda di malfattori, perché hanno rubato a man bassa quattrini dello Stato, in più inefficiente, insomma, tutti gli aggettivi e le male parole che sono stati utilizzati. Dal punto di vista dell?efficienza i dati sono lì a dimostrare il contrario, ma dai numeri presenti in quel rapporto risulta che i costi italiani sono molto più bassi per profugo assistito, rispetto agli altri. Questo dato da solo mi sembra che faccia giustizia sull?uso del denaro pubblico. Devo dire francamente che ne ho abbastanza, soprattutto del sistematico e continuo uso della violazione del segreto istruttorio, delle soffiate (…) di chi trasmette a giornalisti di colore ben preciso, che sono così informati in quello che pubblicano (?).
Qualche funzionario corrotto può esserci stato e deve essere perseguito: ma per carità non facciamo fantasie, non possono esserci state ruberie gigantesche perché altrimenti i costi non sarebbero quelli che sono… e provate a farvela fare una ricevuta in Albania!
In conferenza stampa il giornalista di ?Vita? chiede: Come mai professore le organizzazioni non governative, coordinate da Marco Vitale, commissario straordinario della Missione Arcobaleno-Gestione fondi privati o dall?ufficio Echo dell?Unione europea sono riusciti a esibire ogni tipo di giustificativo e di fatture, anche in Albania, anche nelle condizioni di emergenza in cui tutti avete operato?
Barberi:Queste sono tutte dicerie, leggende, balle. Andate a verificare come stanno le cose…. Alcune ong hanno sollevato polemiche perché avrebbero voluto che la Protezione civile non fosse intervenuta per dare a loro i soldi per fare la missione. Consentitemi di dire che forse ancora aspetteremmo di ospitare i primi profughi, senza le professionalità della Protezione civile… sarebbe stato un disastro. Diciamolo francamente, a noi interessa soprattutto il rapporto con chi ha la professionalità per perseguire i nostri obiettivi. È la professionalità dei nostri volontari che a noi serve e solo loro ce l?hanno. Le cosiddette ong sono abbastanza diverse dall?organizzazione di Protezione civile. La nostra struttura è fatta da liberi cittadini che decidono di associarsi per obiettivi di carattere civile… non sono insomma un?organizzazione che pur essendo non profit è comunque di tipo professionalizzato. I volontari della Protezione civile, non sono pagati, mentre molte delle altre organizzazioni pur non essendo a scopo di lucro, nel loro bilancio devono sostenere gli addetti, le operazioni, le strutture. Per carità anche loro hanno titoli e meriti, ma non c?entrano, no, non c?entrano con noi…
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