Non profit

Signori della notte adesso tocca a voi

L’accusa Droga e discoteca: un esperto chiede più responsabilità

di Riccardo C. Gatti

Periodicamente le cronache si interessano ad episodi che accadono nelle discoteche o nei loro immediati dintorni. Situazioni violente in cui, per motivi che sembrano futili, ci scappa il morto. Penso che non si possa demonizzare i locali e chi li gestisce per episodi sporadici che potrebbero accadere ovunque: otto, dal 1995. Ma le morti che ?stanno attorno? alle discoteche non sono solo queste. Ogni fine settimana le cronache riportano una lista di incidenti stradali in cui ragazzi giovani lanciati a velocità folli con le loro auto perdono il controllo e si schiantano con tutte le conseguenze del caso. Anche qui nulla di nuovo: velocità e spericolatezza sono fattori tipici dell?età giovanile. Ma, allora, esiste un ?problema discoteche? oppure tutto è riconducibile ad una amplificazione dei media? Nelle discoteche negli ultimi anni abbiamo assistito alla diffusione di droghe sintetiche psicostimolanti. Chi cerca nella musica ad alto volume e nelle luci della discoteca lo stordimento e l?alterazione dello stato mentale trova, in queste sostanze, un utile coadiuvante. Cugine delle amfetamine, le pillole di ecstasy e prodotti similari aiutano anche a reggere lo stress e la fatica del ballo, rimanendo il mezzo e, talvolta, il fine, di una aggregazione in cui ci si sente amici di tutti senza relazionarsi realmente con nessuno. Il mercato di questi stimolanti continua a crescere: l?Europa è ormai regione di produzione e la possibilità di sintetizzare sempre nuove sostanze è pressoché infinita. Chi gestisce un locale, di fronte a questi fenomeni, si dichiara quasi impotente. Ricordo una puntata di Radio Help! in cui telefonò uno di questi imprenditori dicendo che, proprio per la sua impotenza, aveva abbandonato l?attività. La diffusione delle nuove droghe è un cancro che non va sottovalutato e, soprattutto, non può essere sottovalutata la situazione che permette il mercato: il desiderio di alterazione artificiale dello stato psicofisico che riguarda molti giovani. Non so esattamente per quale motivo l?ecstasy e le altre sostanze psicostimolanti metamfetaminiche trovino un luogo favorevole per la loro diffusione attorno alle discoteche. Certo, mi sembra di poter affermare che non è possibile, anzi è inutile, criminalizzare le discoteche: la società, nel suo complesso, deve farsi carico del problema. Se una fetta non indifferente di giovani cerca soddisfazione nell?alterazione artificiale dello stato mentale è perché non ha educazione, cultura, risorse e spazi per farlo altrimenti in modo soddisfacente. D?altra parte chi gestisce e organizza il divertimento notturno non può negare di avere compiti e responsabilità che non finiscono semplicemente organizzando un buon servizio di sicurezza. Le dichiarazioni di impotenza hanno un fondo di verità, ma non sono tutta la verità. C?è un doppio legame tra come è organizzata una certa parte del mondo della notte e l?uso di droghe per alterare lo stato mentale. La responsabilità principale di coloro che organizzano il popolo della notte, in questo momento, è proprio la posizione di chi cerca di chiamarsi fuori dal problema. Che fare dunque? Non è questione di mezzi ma di ragionamento. Se manca il riconoscimento del problema, manca anche il suo studio e l?elaborazione di una strategia. Non poco, ma non impossibile. Alcuni segnali si sono già visti: il Silb, l?associazione degli imprenditori delle sale da ballo, non è insensibile a questi problemi. Alcuni imprenditori si accorgono che nel momento in cui l?identificazione droga-discoteca prendesse veramente piede, la loro attività imprenditoriale sarebbe finita. C?è un interesse economico, quindi più concreto, e non solo etico. Mi sembra interessante la proposta di istituire un codice etico per gli operatori del settore. Ma a mio avviso dovrebbe essere un codice pubblicizzato: il cliente dovrebbe conoscere quali sono i locali che lo applicano. Bisognerebbe dare a chi lavora in questi ambiti la preparazione professionale necessaria per intervenire e modulare le situazioni di rischio. Ma cosa è possibile offrire sul mercato proprio del ?mondo della notte?? Il fatto che ci sia un numero sempre più grande di persone che, per divertirsi e relazionarsi con gli altri, ha bisogno di stravolgere lo stato mentale con droghe sintetiche, mette anche in evidenza come per sempre più persone l?attuale offerta di ?eventi? non sia sufficientemente interessante per poter essere fruita di per sé. Se per essere attivi, partecipare, divertirsi, non si può essere se stessi, qualcosa non va nell?interazione tra chi offre occasioni di incontro e chi ne usufruisce. Il popolo della notte ha i suoi leader: è giusto, a questo punto, chiedersi verso quale direzione si stiano muovendo. Non vorrei che questo popolo avesse troppi leader che si agitano senza una meta da raggiungere… sapendolo. ?


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