Politica

Sicurezza: le reazioni di Telefono Azzurro e Save the children

Soddisfazione espressa da Telefono Azzurro e da Save the children, con qualche ma

di Redazione

Telefono Azzurro esprime soddisfazione per l’approvazione in Cdm del pacchetto sicurezza. ”In diverse norme – afferma il presidente Ernesto Caffo – c’e’ attenzione per le denunce e le azioni di contrasto da noi intraprese da 20 anni: dall’equiparazione della pedofilia e della violenza sessuale ai reati di terrorismo e mafia, per cui ci sara’ un processo immediato e non si potra’ patteggiare in appello, alla punibilita’ con pene fino a 3 anni per chi intrattiene relazioni, anche via internet, con un minore per sedurlo o sfruttarlo sessualmente. E’ importante anche l’ introduzione di una nuova fattispecie di reato: l’impiego di minori nell’accattonaggio, punita con la reclusione fino a 3 anni”. L’associazione e’ particolarmente soddisfatta per le nuove pene accessorie che prevedono la perdita della potesta’ del genitore nel caso in cui i reati di riduzione o mantenimento in schiavitu’ e di tratta, siano commessi rispettivamente dal genitore o dal tutore e per la maggior tutela alle vittime di maltrattamenti in famiglia, con un’aggravante specifica per i reati a danno dei minori di 14 anni. Secondo i dati di Telefono Azzurro, nel 78,9% dei casi gli abusi di carattere sessuale, fisico o psicologico avvengono nel contesto familiare e di conoscenza del bambino. Molte delle chiamate che arrivano al numero destinato agli adulti provengono infatti da amici e conoscenti dei genitori dei bambini, spesso in forma anonima. Inoltre, per i minori, sara’ possibile per il pm chiedere l’incidente probatorio per l’assunzione delle loro testimonianze.

Save the Children, organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dei minori, pur individuando ”alcuni aspetti positivi” nel ”pacchetto sicurezza’ approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, invita ad un piu’ attento esame delle problematiche relative ai minori. Secondo il Pacchetto Sicurezza, rileva l’organizzazione, ”chi si avvale per mendicare di una persona minore di 14 anni viene punito con la reclusione fino a 3 anni e arrestato immediatamente in caso di fragranza di reato. Il nodo che tuttavia sembra non venire sciolto -sottolinea pero’ Save The Children- riguarda le sorti dei minori, nel caso in cui ad esempio le persone arrestate siano i genitori. In particolare e’ fondamentale riuscire a definire, caso per caso, i confini tra il grave sfruttamento ed altri fenomeni, come ad esempio l’impiego di minori in attivita’ di mendicita’ all’interno di un’economia di tipo familiare senza che i genitori siano responsabili di violenze, maltrattamenti o gravi negligenze”. ‘Solo in tal modo -secondo l’organizzazione internazionale- si potranno adottare misure che guardino effettivamente al superiore interesse del minore e la perdita della potesta’ di genitore, in tal senso, non deve essere utilizzata come pena per gli adulti, poiche’ a volte puo’ provocare danni piu’ gravi e irreparabili per i minori stessi”. Save the Children ritiene che ”la perdita della potesta’ nel caso in cui i reati di riduzione o mantenimento in schiavitu’, tratta, siano commessi rispettivamente dal genitore o dal tutore, possa essere una misura volta a contrastare tali fenomeni”. Secondo l’organizzazione e’ comunque necessario ”integrare misure di tipo repressivo con altre di supporto e sensibilizzazione delle famiglie. Occorre pertanto -spiega Save The Children- da un lato, investire anche in politiche di contrasto alla poverta’ e al disagio sociale in favore dei gruppi sociali piu’ vulnerabili, anzitutto la popolazione Rom, con un approccio di lungo periodo e non assistenzialistico e con interventi che promuovano l’uguaglianza sostanziale (promozione dell’inserimento lavorativo e abitativo, superamento dei campi Rom e della segregazione abitativa ecc.), affinche’ le famiglie non siano indotte dall’estrema indigenza a mandare i minori a svolgere attivita’ su strada”.


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