Famiglia

Sicurezza: il vero pericolo in città? Sono i bambini

La provocazione delle Acli

di Gabriella Meroni

«Altro che lavavetri, i veri pericoli per le città sono i bambini. Per questo abbiamo finito per cacciarli e non se ne vede quasi più nessuno a giocare per le strade». Provoca Franco La Cecla, antropologo e urbanista, intervenendo ad Orvieto all?Incontro nazionale di studi delle Acli, dedicato ai ?Luoghi dell?abitare?. «Un tempo le nostre città erano affollate di gente, di bambini, di anziani. Oggi sono vuote, o meglio svuotate delle persone, ma piene di macchine, che sono le vere protagoniste, tutelate dai regolamenti di polizia come quelli di Firenze contro i lavavetri. Se ci pensiamo ? dice la Cecla ? le persone sono meno protette. Quaranta persone che si fermino a chiacchierare in mezzo alla strada o bere un bicchiere sono passibili di provvedimenti per intralcio alla circolazione». «Dobbiamo tornare a vivere le città in maniera ?selvaggia? ? continua La Cecla ? ad affollare le strade, i marciapiedi, come fanno ormai solo i giovani e gli immigrati, provocando non a caso le reazioni degli amministratori, che mancano della necessaria creatività per ordinare e regolare la vita delle città ed utilizzano ormai la repressione come unica risposta, spesso con l?unico risultato di spostare i problemi altrove, spesso nelle periferie. Le città non appartengono agli amministratori, alle istituzioni, alle polizie, ma appartengono alla società, fatta di persone vive, ?indisciplinate?, che però le fanno crescere. Se vogliamo garantire un futuro ?abitabile? alle nostre città dobbiamo accompagnarne lo sviluppo e favorirne la vita, anziché reprimerla con codici e regolamenti»


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