Mondo

Sicurezza alimentare: a Roma il vertice Fao

Dal 3 al 5 giugno 2008 la FAO a Roma ospiterà la onferenza ad alto livello sulla sicurezza alimentare: le sfide del cambiamento climatico e della bioenergia

di Emanuela Citterio

Dal 3 al 5 giugno 2008 la FAO ospiterà una Conferenza internazionale ad alto livello su ?Sicurezza alimentare: le sfide del cambiamento climatico e della bioenergia?.

Capi di Stato e di Governo e ministri discuteranno dell?attuale situazione alimentare e del rialzo dei prezzi delle derrate, di come il cambiamento climatico incida sull?agricoltura e di come essa a sua volta possa contribuire a ridurne gli effetti.
“L?obiettivo del summit è quello di aiutare i paesi e la comunità internazionale a trovare soluzioni sostenibili mediante l?individuazione di politiche, strategie e programmi necessari per salvaguardare la sicurezza alimentare mondiale” si legge sul sito della Fao.

All?ordine del giorno:

– L?individuazione delle nuove sfide che minacciano la sicurezza alimentare mondiale in termini di domanda e di offerta, di politiche e struttura del mercato.

– Una migliore comprensione del legame esistente fra sicurezza alimentare, cambiamento climatico e bioenergia.

– L?identificazione di un processo che porti a interventi a livello istituzionale affinché negli accordi internazionali sul clima e sulla bioenergia vengano integrate misure di salvaguardia della sicurezza alimentare.

– Discussione e adozione di politiche, strategie e programmi volti a garantire la sicurezza alimentare mondiale, in particolare di misure per fronteggiare il rialzo dei prezzi alimentari.

– Dichiarazione finale su ?Sicurezza alimentare mondiale e azioni necessarie?.

Il Presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva ha annunciato che parteciperà al vertice per discutere una questione che ritiene centrale in un momento in cui l?impennata dei prezzi delle derrate sta provocando conflitti politici e sociali in varie parti del mondo, sfociati in alcuni paesi in disordini e scontri. .Secondo Lula la sicurezza alimentare deve fare parte integrante di tutte le politiche dei paesi del mondo e che quelli in migliori condizioni devono fare concessioni a favore dei paesi più poveri e svantaggiati.

Secondo il Direttore Generale della FAO, Jacques Diouf, il vertice di Roma “sarà un’occasione straordinaria per adottare politiche, strategie e programmi necessari per affrontare le grandi sfide con cui dobbiamo fare i conti. Tra queste, oltre l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, centrale è la questione della produzione agricola, specialmente nei paesi poveri”.

E’ della settimana scorso l’accusa rivolta alla Fao del presidente del Senegal Abdoulaye Wade di essere “uno spreco di denaro”. Intervendo sulla crisi in atto nel mondo a causa del rincaro dei generi alimentari di prima necessità, il Presidente ha addebitato alla Fao gran parte della responsabilità di tale situazione, riferisce Afp. “Nonostante tutti i meriti del suo Direttore generale, è l’istituzione della Fao a dover essere messa in discussione”, ha detto Wade. “L’attuale situazione è in gran parte un suo fallimento e le sue grida non sortiranno alcun effetto – ha aggiunto – questa istituzione che svolge attività già affidate ad altri, apparentemente più efficaci, è un pozzo di denaro in gran parte speso per poche operazioni poco efficaci sul terreno”.

Il Presidente senegalese ha ricordato di aver “chiesto da tempo” il trasferimento in Africa della Fao, oggi con sede a Roma, perchè “nulla giustifica la sua presenza oggi in un paese sviluppato”. Tuttavia, ha concluso, “questa volta, chiedo di più, occorrerebbe eliminarla”. Wade ha quindi ricordato che il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) ha promesso “200 milioni di dollari per gli agricoltori poveri dei paesi più colpiti”. La disparità di costo degli interventi della Fao e dell’Ifad, ha aggiunto, “mostra la progressiva marginalizzazione” della Fao e giustifica la sua soppressione, come pure il trasferimento dei suoi “utili all’Ifad, “che potrebbe diventare un Fondo mondiale di assistenza all’agricoltura con sede obbligatoria in Africa”.


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