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Sicurezza a misura di volontari

Approvato dal CdM lo schema di decreto legislativo che corregge alcune disposizioni del Dlgv 81/08

di Antonietta Nembri

È stato approvato dal Consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo correttivo delle disposizioni sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Questo nuovo documento va incontro alle richieste e alle osservazioni sollevate, per esempio, dal mondo delle onlus che aveva visto i propri volontari equiparati ai lavoratori in campo di sicurezza “sul lavoro”.


Va osservato che il decreto predisposto dal ministero guidato da Maurizio Sacconi ha come primo obiettivo quello di correggere i molti errori materiali e tecnici presenti nell’attuale disciplina (decreto legislativo n. 81 del 2008), alcuni dei quali suscettibili di ricadute gravi sulla salute e sicurezza dei lavoratori. Come per esempio, tra i tanti, si consideri la sostituzione del valore limite del piombo nel sangue in maniera che sia espresso non certo in “milligrammi”, come oggi previsto a seguito di una erronea indicazione, ma in “nanogrammi”, unica unità di misura che garantisce la tutela della salute dei lavoratori esposti.


Un secondo obiettivo è quello di superare le difficoltà operative, le criticità e le lacune evidenziate dai primi mesi di applicazione delle nuove regole. L’attuale disciplina equipara il volontario a un vero e proprio lavoratore subordinato, senza considerare le peculiarità della prestazione resa dal volontario penalizzando e associazioni di volontariato. «Al riguardo – si legge nella nota diffusa dal ministero del Lavoro, della Sicurezza e delle Politiche sociali – , il correttivo garantisce ai volontari non solo in via generale una tutela analoga a quella garantita ai lavoratori autonomi in termini di fornitura di dispositivi di protezione individuale e attrezzature di lavoro ma anche una tutela “rafforzata” ove essi siano chiamati a operare all’interno di una organizzazione lavorativa (si pensi al volontario che operi all’interno di un ospedale), consistente nella informazione sui rischi presenti nel luogo in cui siano chiamati ad operare e nella eliminazione, da parte dell’utilizzatore, dei rischi derivanti dalle interferenze tra le attività del volontario e quelle dei lavoratori dell’utilizzatore».
Tra gli strumenti ideati per rendere più effettiva la tutela della salute sui luoghi di lavoro vi è: il superamento di un approccio formalistico e burocratico al tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Come pure: il superamento di una «cultura meramente sanzionatoria e repressiva» prestando, si legge nella nota ministeriale, maggiore «attenzione alla prevenzione che è fatta di: maggiore formazione; migliore informazione; effettività del coordinamento interistituzionale nella programmazione delle visite ispettive; uso mirato del potere di disposizione da parte degli organi di vigilanza, appositamente disciplinato nel corpus normativo».
Inoltre, si è attuata una « integrale ricezione delle proposte avanzate in sede tecnica dalle parti sociali nell’ambito degli incontri, tenutisi nell’arco degli ultimi quattro mesi del 2008, presso il ministero del Lavoro». Per non parlare del fatto che l’attuale corpo normativo vuole essere «coerente anche con la realtà e le caratteristiche delle piccole e medie imprese e con le peculiarità delle forme di lavoro atipico e temporaneo; a queste ultime viene attribuita in concreto una particolare tutela, che parte dall’obbligo del datore di lavoro di riservare una attenzione specifica a tali lavoratori in sede di valutazione del rischio, con ogni conseguenza in termini di maggiore informazione e formazione nei loro confronti».

«La proposta di favorire l’estensione delle collaborazioni tra parenti per il lavoro delle campagne e l’estensione dei voucher anche alle casalinghe, dopo pensionati e studenti, risponde coerentemente alle nostre richieste di semplificazione per consentire al settore di esprimere a pieno le proprie potenzialità in un momento di crisi». È quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per la proposta del ministro del lavoro Maurizio Sacconi di estendere i voucher alle casalinghe ma anche di estendere «alla categoria dei parenti e affini di quarto grado» la disciplina contenuta nella legge Biagi in modo che «non costituiscano rapporto di lavoro quelle prestazioni lavorative che si svolgono in un clima di aiuto familiare e che giustamente non devono trovare rigide forme regolatorie perché non ricevono una compensazione salariale» e ancora, commenta Coldiretti «le modifiche introdotte vanno nella giusta direzione per rendere la normativa più applicabile all’agricoltura e sostenere il trend di riduzione degli infortuni in atto nel settore dove dal 2000 a oggi si è verificata una riduzione di oltre un terzo».


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