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Sicilia, Tar dà ragione ad ambientalisti: sospeso calendario caccia

Alcune specie, come tortora e coniglio selvatici, inseriti in calendario con criteri in contrasto con le normative: accolto il ricorso di Enpa, Lac, Legambiente Sicilia, Lndc Animal Protection, Lipu e Wwf Italia. Le associazioni: importante il riconoscimento del ruolo di Ispra

di Barbara Marini

C'è un giudice a Palermo. Amministrativo, per la precisione. Il Tar della Sicilia ha emesso infatti una ordinanza con cui, in accoglimento della istanza cautelare presentata dalle associazioni Enpa, Lac, Legambiente Sicilia, Lndc Animal Protection, Lipu e Wwf Italia, difese dagli avvocati Antonella Bonanno e Nicola Giudice, ha sospeso il "Calendario Venatorio 2022/23", l’atto con cui si indicano, tra l’altro, le specie cacciabili, i periodi e le modalità per lo svolgimento dell’attività venatoria.

“Un risultato importantissimo", dichiarano le associazioni in una nota congiunga, "pur trattandosi di un provvedimento cautelare, il Tar ha motivato la decisione fissando punti saldi destinati a rafforzare i principi di tutela della fauna selvatica in Italia. Ancora oggi, dopo anni di sconfitte giudiziarie e di danaro pubblico sperperato, le regioni continuano ad interloquire solo con chi chiede caccia senza limiti e ad emanare atti chiaramente illegittimi, puntualmente impugnati dalle Associazioni di protezione ambientale, unico baluardo di legalità, in assenza del quale si consentirebbe ai cacciatori di operare in violazione delle norme di tutela della biodiversità. E’ ora di dire basta. I livelli politici e burocratici hanno chiare responsabilità, anche penali ed erariali, e dovranno essere chiamati a risponderne”.

La sospensione, spiega la nota, riguarda una serie di punti tra cui l’anticipazione dell’apertura della caccia alla tortora selvatica, specie a rischio e per la quale la Commissione Europea, in linea con lo studio Carboneras-Arroyo ha chiesto “prelievo zero” di fatto garantito in Italia lo scorso anno, solo grazie ai ricorsi delle associazioni. Essendo però particolarmente gradita dai cacciatori, questa specie è oggi oggetto di un debolissimo piano di gestione, che neanche tiene conto delle recenti richieste di moratoria della Commissione europea”, approvato dalle Regioni con "il complice avallo del ministero della Transizione Ecologica" che pretenderebbe di tutelarla consentendone addirittura la caccia prima dell’inizio generale della stagione venatoria.

Oggetto di sospensione anche l’autorizzazione della caccia al coniglio selvatico “senza le prescrizioni e limitazioni necessarie per il prelievo sostenibile con particolare riferimento anche al divieto di uso di pallini di piombo” e l’autorizzazione allo svolgimento delle attività di allevamento e addestramento cani sin dal 15 agosto che comporta “potenzialità di disturbo in una delle più importanti fasi della fenologia delle specie” ovvero la nidificazione.

"I giudici siciliani", esultano le associazioni ambientaliste, "per la prima volta in questa materia, hanno applicato il nuovo articolo 9 della Costituzione, ribadendo, in armonia con la giurisprudenza precedente, che “nella contrapposizione tra i contrapposti interessi, appare meritevole di maggior tutela quello perseguito dalle associazioni ricorrenti [interesse generale di tutela della fauna selvatica] rispetto a quello ludico-sportivo perseguito dalle associazioni contro-interessate resistenti”.

Molto importante, infine, anche il riconoscimento del ruolo dell'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale Ispra, il massimo organo scientifico dello Stato nelle materie ambientali che oggi, ricordano il Wwf e le altre organizzazioni, "è oggetto di forti e deprecabili pressioni e strumentalizzazioni politiche e istituzionali volte a ridurne la terzietà e a contestarne l’autorevolezza, a cui il Tar risponde chiaramente riconoscendo Ispra come “unico soggetto dotato di competenze scientifiche cui la legge assegna un ruolo primario nella materia di che trattasi”.

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