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Sicilia promossa in opportunità

Il rapporto Cnel: in tre province dell'isola annullate le condizioni di disparità con gli italiani

di Redazione

Palermo, Catania e Siracusa sono le province italiane in cui non ci sono condizioni di disparità fra immigrati e italiani per quanto riguarda il lavoro e la vita sociale. Ad Enna il livello d’inserimento arriva a essere, anche se leggermente (+0,20), a favore degli stranieri.

Lo rivela il settimo rapporto Cnel sugli “Indici d’integrazione degli immigrati in Italia” da cui la Sicilia ne esce come la regione che offre parità di condizioni fra stranieri e italiani con una differenza di appena 0,06 punti a favore degli italiani.

Il rapporto riserva altre sorprese. Prima però è necessaria una premessa. Con il nuovo dato il Cnel è riuscito a ottenere una fotografia ad alta definizione a cui i criteri precedenti non arrivavano. Il rapporto, infatti, sino all’anno scorso indagava “solo” il grado d’inserimento socio-occupazionale, che veniva interpretato come il potenziale d’integrazione  posseduto da ciascuna regione e da ciascuna provincia.
Il Cnel quest’anno ha misurato indicatori come l’inserimento sociale, la dispersione scolastica, l’accessibilità al mercato immobiliare, l’accesso alla cittadinanza, la criminalità e la capacità di formare una famiglia, la capacità di assorbimento di lavoratori stranieri da parte del mercato, l’impiego di manodopera immigrata, il reddito da lavoro, il differenziale retributivo di genere e il tasso di lavoro in proprio.

L’indice finale elaborato dal Cnel ha consentito di individuare come sempre con il potenziale di integrazione ma anche il differenziale di parità ovvero l’equiparazione tra gli immigrati e gli italiani per quel che riguarda l’inserimento socio-lavorativo (graduatoria differenziale), in base al presupposto che in un territorio i processi di integrazione vengono comunque favoriti quando, nei concreti ambiti della vita sociale e occupazionale, non vi siano condizioni di disparità tra italiani e stranieri.

La sorpresa  annunciata è questa: la regione Emilia Romagna che guida la graduatoria con il potenziale d’integrazione  più elevato (60,82), è solo 12 esima nell’elenco delle regioni che offrono parità di opportunità in ambito socio-lavorativo con un indice di -0,27 punti a svantaggi degli stranieri. La Sicilia, come si diceva all’inzio, ne conta -0,06.

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