Welfare

Sicilia: distrutto grano antimafia di “Libera”

Distrutto un campo di frumento di 10 ettari a Portella della Ginestra affidato all'associazione Libera. La reazione di Rita Borsellino e di don Ciotti

di Redazione

Un incendio doloso, secondo quanto hanno accertato i carabinieri, ha distrutto la notte scorsa un campo di frumento di 10 ettari a Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, su uno dei terreni confiscati alla mafia e affidati alla cooperativa Placido Rizzotto – Libera terra. Lo ha reso noto l’ associazione antimafia Libera, che ha promosso queste iniziative nel palermitano. Proprio in questi ultimi due giorni era stata organizzata une festa no-stop di 48 ore, in occasione della raccolta del grano, per ”dire no alla mafia”. La Cooperativa Placido Rizzotto – Libera Terra da alcuni anni gestisce i terreni confiscati a Cosa Nostra tra Corleone, Altofonte, Portella della Ginestra e San Giuseppe Jato, in quelli che furono i feudi dei piu’ importanti boss di Cosa Nostra, riconvertendoli all’agricoltura ed offrendo lavoro a giovani e soggetti svantaggiati. ”Cosa dire del grano abbrustolito… E’ un evidente segno che diamo fastidio”. Rita Borsellino, la sorella del magistrato palermitano ucciso dalla mafia e vicepresidente di ‘Libera’, commenta con un sorriso sulle labbra l’incendio che ha mandato in fumo un campo di grano gestito da una cooperativa dell’associazione. ”E’ il loro unico linguaggio, l’unico sistema per farsi forti e attirare l’attenzione – ha aggiunto Rita Borsellino durante la cerimonia di commemorazione che si e’ svolta nel pomeriggio sul luogo dell’attentato – soprattutto in questi giorni che tutti le menti sono rivolte a Paolo. Si stanno innervosendo perche’ non si cede e si continua ad andare avanti”. ”I mafiosi devono sapere che c’ e’ tanta gente che non ci sta, non saranno alcuni ettari di terra dati alle fiamme a fermarci”. Cosi’ Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, commenta l’incendio che ha mandato in fumo un campo di grano gestito dalla cooperativa Placido Rizzotto. L’incendio, appiccato a un appezzamento di dieci ettari, ha distrutto circa un ettaro e mezzo di seminativo, ”Probabilmente volevano incendiare tutto – ha aggiunto – e’ un segnale importante e dimostra che siamo sulla strada giusta, che e’ possibile affidare ai giovani i beni conquistati alla mafia”. Don Ciotti tuttavia ha auspicato che ”la confisca non sia un fatto eccezionale, ma sia un fatto quotidiano”.


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