Sostenibilità

Sicilia: da bioarchitetti la proposta di un condotto idrico sommerso

No al ponte, piuttosto si studi un attraversamento sommerso utile anche a rispondere alla crisi idrica dell'isola

di Redazione

Nuovo capitolo per ”Progetto Stretto”, la proposta globale per il rilancio ed una nuova identità socio-economica dell’area dello Stretto di Messina, elaborata da Bioarchitettura Sicilia. ”Attraverso questo articolato Progetto vogliamo coniugare la fattibilità della proposta scaturente da proficui momenti di confronto tecnico-scientifico con l’approfondimento di soluzioni tecnologiche innovative e sostenibili, atte a risolvere alcune cronicità territoriali che accomunano, avvilendole, la Calabria e la Sicilia – afferma l’architetto Caterina Sartori, presidente dell’Associazione promotrice – il problema incombente, in Sicilia, è oggi quello della siccità e ci è parso importante riflettere su soluzioni valide e percorribili. D’altronde, non si può radicare lo sviluppo in assenza di acqua e la Sicilia non sfugge a questa regola elementare. Al di là dell’emergenza che, purtroppo, da noi è routine, occorre immaginare un sistema che integri in maniera significativa la insufficiente disponibilità idrica dell’Isola, con un approvvigionamento stabile che adduca l’acqua dalla vicina Calabria, territorio ricco di questa risorsa che, in cambio, ne ricaverebbe un importante reddito. In questa direzione, stiamo riflettendo sull’opportunità di collegamento anche idrico fra le due Regioni offerta da un attraversamento stabile sommerso dello Stretto che, al suo interno, contenga anche un sistema di trasporto dell’acqua. A quest’idea dedicheremo un approfondimento nel corso dell’annunciato secondo appuntamento sul collegamento stabile dello Stretto, in via di preparazione per il prossimo autunno, al quale parteciperanno accademici, progettisti ed economisti di grosso calibro”. condizioni climatiche normali – afferma il professor Salvatore Indelicato, direttore dello CSEI (Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria) e vicecommissario all’emergenza idrica in Sicilia – l’Isola ha risorse idriche utilizzabili pressoché sufficienti sia per gli usi civili sia per gli attuali usi industriali ed agricoli, pari a 1.500 milioni di metri cubi. Questo, pero’, a condizione che vengano eliminati gli attuali vincoli al riempimento degli invasi e ridotte le perdite delle reti di adduzione e distribuzione. Considerato che il core business per l’economia siciliana, oltre al turismo, e’ rappresentato dall’agricoltura, per la quale e’ importante estendere le aree irrigue al fine di aumentare il prodotto e, quindi, il peso sul PIL regionale, sarebbe auspicabile un consistente incremento delle risorse idriche disponibili, purché ciò avvenga a costi sostenibili per il settore agricolo. Non e’ cosi’, ad esempio, nel caso della creazione di costosi impianti di dissalazione o di interventi ad investimento molto elevato per la costruzione di nuove dighe o l’utilizzazione di falde acquifere profonde. Ritengo, quindi, che un approvvigionamento dalla Calabria, regione ricca di acque ad alta quota – per addurre le quali non sarebbero necessari neanche altrettanto proibitivi impianti di sollevamento – possa soddisfare l’esigenza di costi non elevati e contribuire cosi’ allo sviluppo dell’agricoltura siciliana.” D’altronde, la globalizzazione idrica che si realizzerebbe va nella direzione auspicata dall’ANBI – Associazione Nazionale delle Bonifiche – che, nel corso dell’audizione alla IX Commissione del Senato, lo scorso 16 aprile, fra le proposte ha sottolineato la necessita’ di ”realizzare le possibili interconnessioni tra opere di accumulo e di distribuzione interessanti più comprensori di irrigazione, realizzando nel Mezzogiorno i necessari trasferimenti di acque dalle regioni più ricche di risorse a quelle più povere”. L’introduzione di una condotta idrica in un attraversamento stabile sommerso nello Stretto suscita l’interesse anche fra i maggiori esperti internazionali in campo di strutture. Secondo il professor Federico Mazzolani, presidente di una delle nove Commissioni per la stesura degli Eurocodici strutturali: ”Una condotta per l’adduzione di acqua dalla Calabria alla Sicilia può essere agevolmente inserita nella struttura di attraversamento stabile realizzata con il tunnel sommerso ancorato a mezz’acqua. Il peso dell’acqua contenuto nella condotta non costituisce un carico significativo, poiché il tunnel che la contiene e’, a sua volta, flottante nell’acqua. Si tratta di una soluzione economicamente conveniente, considerato che la costruzione della condotta tra le due coste non costituirebbe un aggravio di costo.” ”Ci interessa proporre un’ipotesi di soluzione delle problematiche che riguardano lo Stretto di Messina – conclude Caterina Sartori – perché riteniamo che il costo di un attraversamento stabile, utilizzabile anche come sistema idrico, costituirebbe un fruttuoso investimento grazie al quale l’agricoltura siciliana potrebbe entrare nel volano dello sviluppo piuttosto che dibattersi nella palude della recessione”.


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