Economia

Sicilia: appalti ribassi medi del 25%; Legacoop, così non va

La continua crescita dei ribassi sta danneggiando le piccole e medie imprese locali

di Francesco Agresti

Il mercato delle opere pubbliche in Sicilia e’ turbato da “troppe anomalie”, lo rileva un analisi dell’Ance Sicilia secondo la quale nell’ultimo triennio la media dei ribassi di aggiudicazione delle gare d’appalto e’ passata dall’1,56% del 2002, al 18,13% nel 2003, al 21,03% nel 2004 e a circa il 25% nel primo trimestre del 2005. L’associazione dei costruttori parla di ribassi “anomali” e che “arrecano danno alle imprese sane rispettose della concorrenza”. Sotto accusa l’attuale normativa regionale, che “non riesce ad arginare l’evoluzione negativa di questo fenomeno, ha favorito anche la concentrazione della gran parte delle risorse disponibili, quasi la meta’, su poche grandi opere pubbliche”. Nel 2004 su un totale di 1.071 pubblici incanti per 1 miliardo e 638 milioni di euro, sono state bandite 41 gare con importo superiore ai 5 milioni di euro che hanno assorbito risorse per 726,6 milioni di euro, pari al 44,34%: una “torta” cui hanno potuto ambire per lo piu’ grandi aziende non siciliane. Il sistema delle piccole e medie imprese locali ha potuto partecipare solo a 19 gare di importo inferiore ai 150 mila euro (totale un milione e 712 mila euro) e a 1.011 gare per un totale di 910 milioni. E oggi secondo l’Ance non si bandiscono quasi piu’ opere di importo inferiore ai 150 mila euro: sono state esperite 458 gare nel 2002, 22 nel 2003 e 19 nel 2004. Gli importi sono aumentati del 27,69%, quelli medi erano di 738 mila euro nel 2002, di 1 milione e 265 mila euro nel 2003, sono passati a 1 milione e 500 mila euro nel 2004. Ance Sicilia, Aniem, Legacoop, Assoedili-Anse-Cna, Casartigiani, Claai e Confartigianato sollecitano dunque al governo regionale e all’Ars “una rapida riforma del settore che, oltre ad allinearsi alle evoluzioni del sistema legislativo europeo e nazionale, corregga tutte le anomalie che danneggiano le imprese locali”. Le organizzazioni dei costruttori presenteranno al governo e ai capigruppo dell’Ars undici emendamenti al disegno di legge gia’ da tempo esitato dalla quarta commissione legislativa di Palazzo dei Normanni.


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