Welfare

«Siate imprenditori»

Il consigli di Abdeljabar Moukrim, 15 anni di carriera alle spalle

di Redazione

Abdeljabar Moukrim, 42 anni, è arrivato dal Marocco a Milano nel 1980. Con in tasca il diploma tecnico-commerciale, ha cominciato a occuparsi di mediazione nel 1994, dopo un corso di formazione di mille ore finanziato dal Fondo sociale europeo. «Ormai lavoro molto più di allora, arrivando anche a 16 ore al giorno» racconta. Sposato con una psicologa italiana, padre di un figlio di tre anni e presidente di Al Qafila (“Il ponte”), associazione che dal 2005 fornisce sostegno a migranti in difficoltà.
Vita: Dopo 15 anni di carriera nella mediazione, quanto si guadagna?
Abdeljabar Moukrim: Io prendo 30-35 euro all’ora: per diventare un mediatore di successo ho imparato a essere un buon imprenditore di me stesso, attraverso un’auto-formazione continua e il coltivare più relazioni possibili con gli altri.
Vita: Cosa consiglia a un aspirante mediatore?
Moukrim: Una buona formazione di almeno 300 ore e un tirocinio. Poi bisogna essere capaci di “dire di no”.
Vita: In quali settori ha lavorato finora?
Moukrim: Ho iniziato nell’area psichiatrica, quindi sanitaria. Poi con i carcerati, la scuola, l’educativa di strada. Lavoro per le Asl, per varie cooperative e associazioni milanesi come Comunità nuova, Naga, Lila.
Vita: Quali le gioie e i dolori di un lavoro come il suo?
Moukrim: La gioia è vedere che il tuo lavoro è una risorsa per altri, un servizio che porta reali benefici. I dolori sono soprattutto legati alla superficialità con cui è trattata oggi la mediazione. Manca un vero contratto collettivo, molti mediatori sono sottopagati. Per migliorare la situazione servirebbe la creazione di un albo nazionale dei mediatori, in modo tale da conoscerci, unirci e, di conseguenza, tutelarci. Ho collaborato con un gruppo che sta preparando una proposta legislativa sul tema, ma dopo cinque anni di speranze disattese ne sono uscito. Oggi penso a me e alla mia famiglia, e mantengo rapporti il più possibile buoni con tutti.

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