Volontariato

«Siamo stanchi dei ‘pagherò’»

Il Terzo settore scrive a Gianni Alemanno: «Il Comune paghi per tempo e con regolarità i servizi sociali»

di Redazione

A poche settimane dall’insediamento della nuova giunta capitolina, ecco cadere la prima tegola. Stiamo parlando della lettera spedita al sindaco Gianni Alemanno (In allegato il testo integrale), alla Giunta capitolina e ai Capigruppo del Consiglio comunale sulla Delibera 281 del settembre 2010 adottata con la ridiscussione del Piano regolatore sociale di Roma Capitale.

A firmare la lettera aperta diverse realtà romane: Associazione Città Visibile onlus (rete di 15 cooperative sociali di Roma), Cnca Lazio (Federazione regionale del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza), Rios (Rete di imprese e operatori sociali), Coordinamento per l’infanzia e l’adolescenza (gli Enti gestori dei progetti legge 285/1997) e Arci Roma e Lazio. La missiva richiama l’attenzione sulla grave situazione creata dai ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione.

In particolare, con la Delibera 281/2010, come si legge nella lettera, verrebbe «pianificata l’insolvenza dell’amministrazione comunale fino a 210 giorni» e sarebbe istituito un meccanismo per cui «una quota di fondi pubblici destinata ai servizi sociali risulterà distratta a favore di istituti di credito privati». Non verrebbero, infatti, previste risorse aggiuntive per gli interessi dovuti alle banche: il costo degli interessi passivi sarebbe, così, scaricato sugli organismi di terzo settore, in un momento in cui gli enti faticano ad affrontare i costi di gestione e ad applicare i contratti di lavoro ai propri operatori (con gli stanziamenti pubblici fermi al 2005).

Con la lettera aperta si chiede, inoltre, all’amministrazione capitolina:
– «che il Comune paghi per tempo e con regolarità i servizi sociali che, dietro mandato pubblico, il terzo settore realizza per i cittadini»;
– che sia avviato un procedimento che comprenda il pagamento di tutti i costi, le spese e gli interessi in relazione ai pagamenti ritardati, anche per gli anni passati;
– che sia ripristinato il «flusso storico» dei finanziamenti da parte dell’amministrazione al terzo settore.

«Gli operatori sociali – conclude la lettera – non potranno e non dovranno più corrispondere ad un corpo disarticolato di lavoratori precari ed invisibili. Il loro impegno e la responsabilità pubblica che si sono assunti ha garantito per decenni la tenuta dei servizi sociali della nostra città».

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