Cultura

Siamo partner e non nemici, basta con le discriminazioni

Immigrazione /Intervista ad Hamza Piccardo, segretario nazionale dell'Ucoii. Di Angela Lano

di Redazione

Vita: Signor Piccardo, la Consulta compie un anno. Da segretario nazionale dell?Ucoii, che bilancio fa di questa esperienza? Hamza Piccardo: Se parliamo della Consulta islamica (quella dell?immigrazione è un?altra faccenda), ritengo che ne andrebbe profondamente modificata la struttura. Vuole essere rappresentativa di tutto l?islam praticante italiano? Allora bisogna che vi facciano parte integrante le associazioni e le organizzazioni con il maggior numero di membri. E noi siamo fra questi: aderiscono infatti all?Ucoii 124 realtà associative e 160 luoghi di culto islamici in tutta l?Italia. Com?è possibile che siamo rappresentati solo da una persona – il nostro presidente, Nour Dachan – e non da un numero congruo di altri esponenti? Vita: Scusi, ma non le piacciono gli altri membri della Consulta islamica? Piccardo: Nella maggior parte dei casi, rappresentano solo se stessi e i pochi che hanno intorno. La Consulta, di per sé, è già uno strumento improprio. L?articolo 8 della nostra Costituzione prevede la creazione di intese tra lo Stato e le comunità religiose presenti sul territorio nazionale. Lo Stato laico non deve preoccuparsi delle religioni in quanto tali (preghiere, organizzazione interna e esterna, ecc.), ma solo del rispetto, da parte loro, dei codici civile e penale italiani. Insomma, che i suoi fedeli non violino le leggi. Quindi, per ciò che riguarda l?islam, lo Stato italiano è pienamente inadempiente. Vita: Vi sentite discriminati rispetto ad altre religioni? Piccardo: Oggi, in Italia, aprire un luogo di culto musulmano è diventato una specie di psicodramma. Siamo visti come dei nemici, persone da tenere sotto controllo in continuazione. C?è un clima pesante, accusatorio. Ne sono in gran parte responsabili i mezzi di informazione che enfatizzano, manipolano le informazioni e ci presentano come dei mostri. Anche le amare o tragiche vicende di cronaca nera e giudiziaria vengono utilizzate per accusarci o catalogarci come ?barbari? o trogloditi. Indubbiamente, questa discriminazione e queste manipolazioni mediatiche – attraverso cui si viene a delineare un nemico da combattere – sono funzionali alla guerra. Tuttavia, con la vittoria di Hezbollah in Libano e la fine dell?unilateralismo statunitense e l?inizio dell?interventismo europeo, l?islam non sarà più l?avversario (era la tesi neocon sposata appieno dal nostro precendente governo di destra), bensì un partner. La Consulta dovrà dunque rispecchiare anche questa nuova prospettiva di geopolitica globale, includendo, e non escludendo, i rappresentanti dell?islam italiano.

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