Cultura
Siamo i deejay di Radio Basaglia
Si chiama Radio Fragola e trasmette dal manicomio. Molti dei conduttori sono in terapia psichiatrica. Con i loro programmi hanno conquistato tutta la città.
«Un benvenuto a tutti sui 104,5 e 104,8 Mhz di Radio Fragola. Ben tornati per una ciliegia». La ciliegia si chiama Fulvio Kravos ed è un musicista triestino che accompagna la sua musica strumentale con delle diapositive per trasmettere sensazioni. Radio Fragola invece è la radio nata nel 1984 nel ex reparto ?M? del manicomio di Trieste, dove fino al 1980 erano recluse 300 donne. Ma le ciliegie che gravitano intorno a Radio Fragola sono tante. Appaiono sotto forma di musica, pensieri in libertà o racconti, nel grande parco di San Giovanni dove nel 1908 gli austriaci costruirono il manicomio. Sono utenti dei servizi psichiatrici, ma anche gruppi di giovani, studenti, metallari, operatori sociali, seguaci della new age, curiosi, disoccupati; gente di passaggio in una città di passaggio. Gente fin troppo normale e gente fin troppo diversa.
Una pentola che ribolle
«In manicomio si entrava dalla parte bassa del parco e si usciva da sopra dove c?era la cappella, con i piedi in avanti», racconta Mauro Felluga, responsabile di Radio Fragola, capelli ricci, occhi vivaci e una lunga esperienza nella battaglia per l?antipsichiatria «Dopo aver ucciso la bestia, il manicomio, abbiamo creato delle strutture alternative che ancora oggi sono modello ed esempio per il mondo intero. Oggi l?ex Ospedale psichiatrico giudiziario è diventato un luogo di tolleranza. Ci sono tantissime cooperative sociali, associazioni, laboratori, corsi; abbiamo buttato giù le mura e abbiamo fatto entrare la città, la società e la vita. Abbiamo iniziato al Bar delle fragole, dove i matti e i normali si mescolavano e imparavano a conoscersi e a rispettarsi e siamo arrivati alla radio, dove ogni settimana passano almeno 60 gruppi diversi che fanno decine di programmi musicali. Il nostro è uno spazio di aggregazione, ma anche di prevenzione sociale. Radio Fragola, come il Bar delle fragole, (oggi gestito da utenti ed ex utenti dei servizi psichiatrici), è stato l?unico luogo di aggregazione giovanile di Trieste, e ancora oggi è un termometro per capire cosa succede e cosa bolle in pentola». E infatti assomiglia proprio a una pentola che bolle e ribolle Radio Fragola, situata a pianterreno di uno degli appartamenti nella parte alta del comprensorio di San Giovanni che oggi ospita 80 persone, in maggioranza ex degenti dell?ospedale psichiatrico. Una pentola che mescola e rimescola di tutto, sì perché a Radio Fragola ci si può sintonizzare sui corsi radiofonici di ?Radio Piazza?, i microprogrammi realizzati da persone seguite dai servizi psichiatrici, che raccontano i loro viaggi nell?Albania in rivolta e si fanno raccontare da Anna, una cittadina del Paese delle aquile, i colori del mare, i profumi dei fiori e i colori di Dio, visto dalle montagne. Ci si può sintonizzare sui viaggi giovanili di Umberto Saba verso il Carso, piuttosto che su un viaggio nell?ebraismo o una lettura di ?Brodi caldi dell?anima? di Hansen riletti da Laura. E poi c?è Steljo, Stelio per gli amici triestini, che viene da Capo d?Istria: è entrato in manicomio insieme a Franco Basaglia, in qualità di cantante e artista, nel ?77, ha girato l?Europa e l?Italia con il suo gruppo formato da ex tossicodipendenti ed ex alcolisti e oggi, dopo un lungo periodo di buio, è tornato a vivere e a lavorare a Radio Fragola. «Sono un cosiddetto soggetto svantaggiato, il mio problema è l?alcol, e lavoro qui con una borsa lavoro. Certo che ricominciare a trentanove anni è difficile», dice Stelio. «Mi è sempre piaciuto lavorare in radio, dal giorno in cui mi si è rotta la televisione, ho iniziato ad appassionarmi alla radio e così ho fatto due radiodrammi recitati da attori professionisti, che ripercorrono un po? la mia vita, i miei sbagli, i miei dubbi. In seguito ho aggiustato la televisione, ma la radio mi era già entrata dentro».
Da Ghandi a Vasco Rossi
Radio Fragola continua il suo movimento oscillante, e si sintonizza sui radiodrammi di Stelio. ?Amori contrastati? racconta di due donne, madre e figlia, che si fanno accuse reciproche e scivolano sui propri amori sbagliati, Simone che beve troppo e compra solo macchine usate per poter sbatterle via quando si rompe un pezzo, e Piero che si mette le dita nel naso e si spaccia come protagonista di avventure e viaggi improbabili. Alla fine decidono di riprendersi la propria vita.
Stelio, che qualche settimana fa ha perso il suo amico di sempre, Giaime Pintor, autore di ?Porci con le ali? e fra gli ideatori di Radio Fragola, ricorda i suoi esordi di artista, evoca Franco Basaglia, «un personaggio straordinario». Racconta i suoi viaggi del ?77 quando entrava a suonare per i matti, prima di seppellire tutto nell?alcol.
«Non perdere il contatto, concentrati, stai ascoltando Radio Fragola»: la radio manda in onda un?altra ciliegia, un altro radiodramma di Stelio che lui ascolta un po? rassegnato dicendo: «Va beh, la vita va così». Una ciliegia che usa le musiche di Vasco Rossi e che si chiama ?Viaggio in due?, storia autobiografica della sua separazione dalla figlia e l?immaginario e commovente incontro in occasione di un viaggio. «Vorrei che tu catalogassi fossili da grande figlia mia». « No, papà, io scrivo poesie, ma sono ancora troppo semplici e la musica , quella ce l?ho nella mia testa; ascoltala».
Dopo l?ora dei metallari, è il turno di Laura, anche lei con una borsa di lavoro dell?Azienda sanitaria di Trieste che ha trovato il suo equilibrio attraverso la radio e oggi gestisce il programma ?Soluzioni naturali?, dove parla di Mahatma Ghandi e di madre Teresa di Calcutta, del movimento new age e legge racconti.
I viali del Parco di San Giovanni
«All?inizio era tutto molto più spontaneo, Radio Fragola era una radio di movimento», spiega Mauretto, come lo chiamano tutti, «poi si è strutturata in una delle cooperative sociali, la cooperativa la Collina, ora abbiamo intenzione di entrare in network con Radio Popolare di Milano. Non bisogna dimenticare che la radio non è nata per i matti, ma per dare spazio ai giovani, alla musica e alla città. Poi, per forza di cose, ha acquistato anche una funzione riabilitativa nei confronti delle persone che sono seguite dal Dipartimento di salute mentale di Trieste. Noi, però, non vogliamo fare una radio ghetto, ma comunicare l?importanza della diversità e della tolleranza. E poi non bisogna dimenticare che in triestino per dire ?hai visto una tal persona??, si dice ?hai visto il matto?? Perché Trieste è fatta così, una città di tanti colori e se sei strano nessuno ti ferma per la strada».
Radio Fragola non si ferma mai, tranne in qualche ora notturna. «Il meglio di radio Fragola di ieri, lo puoi ascoltare domani», annuncia. E scendendo lungo i viali del parco si può scorgere ancora qualche ciliegia, un vecchietto che mi viene dietro, mi tira la giacca e nasconde la mano, ridendo. Vive qui da cinquant?anni forse.
Oggi però cammina liberamente sui viali dell?immenso parco di San Giovanni, oggi parco delle fragole.
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