Non profit
Si riparte dalle reti. E da Sud
Bilancio dell'Assemblea nazionale di Roma. La lista delle priorità
C’è voglia di lavorare insieme, di elaborare il Libro verde, dice il portavoce del Forum, Olivero. Intanto, ecco un documento condiviso. Il cui protagonista è il Meridione «Basta con l’afasia. Vogliamo prendere la parola, stare sulla scena pubblica e ridare voce a questo mondo così variegato». È il bilancio di Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore, che è soddisfatto dell’Assemblea del volontariato italiano, promossa anche dalla Consulta del volontariato presso il Forum, da Convol e CSVnet. «C’è voglia di lavorare insieme, di elaborare il Libro verde per presentare le nostre istanze e portare avanti le nostre scelte. Confortati anche dall’invito del presidente della Repubblica, Napolitano che ci ha esortato a investire sulle reti». Si apre, quindi, la stagione costituente.
Tornare alle ragioni della nascita del movimento: le diseguaglianze; l’incertezza che cominciava a insinuarsi; l’assenza dello Stato su troppi fronti; la crisi delle comunità. E ancora: il desiderio di superare la dicotomia Stato/mercato e progettare dal basso una diversa società.
«Il volontariato nasce da una eccedenza concreta, qualcosa che è insieme critica e donazione sociale», ha spiegato Magatti. Ora, non è che le ragioni di allora siano state superate. «Nella triplice crisi del nostro tempo, di socialità, di partecipazione ed economica» (Revelli), il volontariato ha molte cose da pensare (e non solo da fare).
Da qui l’urgenza di un rilancio identitario e culturale, pragmatico e politico. Giacché in un Paese sempre più pieno di conflitti e di interessi, la testimonianza del volontariato è sempre più necessaria (il rischio Revelli lo aveva anticipato a Vita e l’ha confermato in assemblea: la nazionalizzazione). Confermando la propria vocazione alla gratuità («strumento della credibilità», ricorda Emma Cavallaro), all’innovazione e alla terzietà, «una logica qualitativamente diversa, che produce socialità, una risorsa sempre più scarsa» (ancora Revelli).
Un rilancio che non poteva che passare attraverso un documento condiviso con il quale l’assemblea ha individuato le priorità per il lavoro futuro.
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