Oggi è la giornata internazionale del volontariato. Ecco: è la giornata in cui tutti si sentono autorizzati a dire che i media non lo raccontano bene questo mondo, a rivendicare le difficoltà e i tagli, le convenzioni e gli appalti, la riorganizzazione dei servizi, gli organismi di rappresentanza che languono, i discorsi fiume dei presidenti, le strette di mano avvelenate con gli amministratori locali, i bandi con i risultati già decisi e progetti replicati, il Volontariato troppo autoreferenziale che ha bisogno di scriversi con la maiuscola per sentirsi un po’ più importante, i bisogni del cittadino e del territorio che “se non c’eravamo noi”…
Oggi, però, almeno oggi provate ad ascoltare anche altro. Provate ad ascoltare i volontari. Quelli che emozionano con poche parole e con le loro storie. Quelli come Giacomo che diceva «Si impara dopo. Perché vedi: io ci dò una mano, però ne ho avuto bisogno anch’io! E sai cosa vuol dire aver bisogno? Si impara dopo», diceva Giacomo, «perché finché lo fai per gli altri, non ti accorgi che… ma quando ti vengono a prendere, t’accorgi cosa vuol dire il volontariato». Giacomo era un volontario.
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