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Sì, il treno è partito.E la Cina è salita

Lionel Zinsou viene dal Benin. Oggi è nel board della banca Rothschild. "Oggi siamo davanti a un cambio vero di classe dirigente".

di Joshua Massarenti

Banchiere di professione, Lionel Zinsou, 52 anni, è di padre beninense e madre francese. Diplomato alla Scuola normale superiore di Parigi, da dieci anni è nella prestigiosa banca d?affari internazionale Rothschild & Cie in qualità di associato. Zinsou è estremamente attivo nel suo Paese d?origine, il Benin, dove assieme alle sue attività di imprenditore (ha creato un?azienda produttrice di yogurt), ha lanciato una fondazione privata per promuovere la cultura e l?integrazione sociale attraverso l?arte contemporanea africana.
Vita: L?ultimo rapporto del Fondo monetario internazionale rivela che l?Africa sta attraversando una crescita economica strutturale tra le più prolifiche dagli anni delle indipendenze. Quali sono fattori che giustificano questo boom?
Lionel Zinsou: Negli ultimi tempi, molti esperti attribuiscono la rinascita economica africana all?esplosione sul mercato internazionale del prezzo del petrolio, una risorsa di cui molti Paesi dispongono. A questo va però sommato un altro fenomeno altrettanto interessante che riguarda l?aumento della produzione agricola in un continente dove la disponibilità di terre arabili è superiore a qualsiasi altra area geografica del mondo. Oggi, infatti, l?Africa sfrutta appena il 15% di queste terre, il che lascia spazio ad ampi margini di crescita nel prossimo futuro. Di pari passo, l?effervescenza del mercato mondiale dei cereali ha convinto molti contadini africani a sostituire colture tradizionali, come il cotone, con il mais. Di conseguenza abbiamo un numero importante di zone agricole in Africa occidentale dove la produttività è letteralmente esplosa. Ma sia il petrolio che l?agricoltura non bastano a spiegare l?attuale trend economico. Ci sono altri fattori, di ordine strutturale, che giustificano questo miracolo. Tra questi fattori, c?è l?affermazione di una nuova classe dirigente ed imprenditoriale africana molto più preparata rispetto ai loro predecessori nel cogliere le sfide della mondializzazione. Ne sono la dimostrazione il successo riscontrato da tutta una serie di privatizzazioni delle imprese pubbliche e un fenomeno ancor più eclatante come il risanamento finanziario. Oggi l?Africa ha un debito estero nettamente inferiore rispetto al passato, l?inflazione e il deficit pubblico sono ormai sotto controllo. Il Ghana è un caso esemplare: un tempo corrotto, oggi gode di ampia fiducia tra i mercati finanziari d?Occidente, al punto che la domanda degli investitori ha superato di quattro volte l?offerta del primo bond emesso dal governo ghanese in Occidente, del valore di 750 milioni di dollari.
Vita: Ma allora perché l?immagine dell?Africa rimane ancora così negativa in Occidente?
Zinsou: L?Europa, così come gli Stati Uniti, fanno una fatica tremenda a cogliere ciò che di positivo gli africani riescono a produrre. Purtroppo, questa immagine commiserevole del continente africano è alimentata da un circolo vizioso che vede l?Unione europea più impegnata sul fronte degli aiuti che su quello commerciale, spingendo quindi i massmedia occidentali a concentrarsi sui lati negativi dell?Africa piuttosto che sulla sua rinascita. Viceversa, c?è la necessità di preservare questa immagine miserevole per correre in aiuto all?Africa. Da cui un paradosso della compassione.
Vita: Un esempio concreto?
Zinsou: Qualche settimana fa ho ricevuto una lettera di una fondazione guidata da famiglie industriali del Nord della Francia in cui mi si chiedeva una collaborazione per lottare contro l?analfabetismo in Benin. Nel loro documento di presentazione si leggeva che «oltre l?80% dei beninensi sono ancora analfabeti». In realtà la percentuale vera è del 20%!. Ma in una campagna di raccolta fondi si tende a gonfiare i dati perché si pensa che sia l?unico modo per avere soldi. Così facendo si dà l?immagine di una realtà incapace di registrare progressi significativi.
Vita: Ma non sarà certo un male voler aiutare un continente in cui 314 milioni di abitanti vivono con meno di un dollaro al giorno?
Zinsou: Al contrario, l?apporto occidentale rimane preziosissimo nella lotta alla povertà. Tuttavia, mi chiedo se questa tendenza a guardare il continente africano in modo così unilaterale non sia fuorviante. Intanto c?è chi come la Cina o l?India approfitta di questa disattenzione occidentale per occupare terreni sino ad ora vergini.
Vita: Quali alternative offrono Pechino e New Delhi?
Zinsou: Cina e India sono Paesi dove l?idea di riempire uno stadio per un concerto a favore dell?Africa è cosa impensabile. È un male? Io non credo. Entrambi hanno fatto scelte precise: il continente africano offre loro risorse naturali preziosissime per soddisfare le loro crescenti domande interne, quindi hanno optato per rapporti quasi esclusivamente commerciali, risultando più pronti a sfruttare la ripresa economica dell?Africa.
Vita: Pechino non vincola i suoi investimenti alla necessità da parte dei governi africani di assicurare politiche di buon governo. Per non parlare del rispetto dei diritti umani. Qualcuno teme che sul lungo termine il lassismo cinese possa compromettere lo sviluppo dell?Africa. Lei che ne pensa?
Zinsou: C?è un rischio, ma non è detto che diventi realtà. È possibile che la Cina si renda conto che un?inversione di rotta in tema di democrazia possa diventare nocivo per i suoi affari in Africa. Viceversa, gli africani si stanno irritando del fatto che i cinesi non offrono valore aggiunto nei loro progetti infrastrutturali. La manodopera, spesso carceraria, è interamente importata dalla Cina e questo crea malcontento. Ciò detto, trovo di nuovo inaccettabile che questo problema sia posto dai Paesi europei. Dagli anni 70 in poi, tutti i grandi contratti minerari sono stati gestiti da realtà imprenditoriali europee e nordamericane. Non c?è una licenza telefonica africana in cui gli occidentali non abbiano ficcato il naso e dove la corruzione non abbia giocato un ruolo di rilievo. Gli africani non lo percepiscono come un atteggiamento virtuoso da parte dell?Occidente, ma bensì cinico.
Vita: Cosa intende dire?
Zinsou: Prendiamo la crescita macro-economica. In Occidente si pensa che le condizioni poste dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale siano state importanti per ridurre il deficit pubblico, ma penso che se alcuni leader africani sono riusciti a raggiungere questo traguardo è perché sanno perfettamente che un deficit eccessivo preclude qualsiasi crescita economica strutturale. Perché questa logica vale per gli europei e per gli africani no?

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