I protagonisti della “chiamata diretta” dei prof supplenti nelle scuole statali saranno i presidi. Ne abbiamo parlato con Roberto Pellegatta, presidente di Disal – Dirigenti scuole autonome e libere.
Che cosa pensa del testo licenziato dalla Regione Lombardia?
Il testo è una proposta di sperimentazione ma manca ancora l’accordo con il ministero. Quindi manca ancora il risvolto decisivo perché diventi una misura concreta. Allo stato attuale il testo è utilissimo, perché con questa proposta si prende di petto il tema del reclutamento diretto dei supplenti. A oggi le supplenze annuali costituiscono un motivo di caos enorme nella scuola statale, specie in provveditorati molto grandi come Roma, Napoli, Milano… Affidare queste procedure con un concorso interno significa risolvere un problema di funzionamento importante.
E nello stesso tempo si riduce il rischio di mancanza di continuità didattica…
Esatto. Ed è un punto davvero decisivo. Infatti bisogna evitare il più possibile le interruzioni per fornire un’offerta formativa intelligente. Con il nuovo impianto si fa un’assunzione diretta, quindi si crea un rapporto più stretto. E si evita quel che succede oggi: l’arrivo casuale di personale sulla base di punteggi e graduatorie.
Come si può migliorare il testo presentato?
Mi auguro che la sperimentazione venga allargata a tutto il reclutamento del personale, non solo ai supplenti, come già fanno altri enti come ospedali e Comuni, attraverso concorsi interni trasparenti e sulla base di bandi pubblici. E, naturalmente, occorre allargarlo a tutte le regioni.
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