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Si fa presto a dire “caregiver”
Chi si prende cura di un'altra persona, malato o con disabilità, spesso familiare, è definito così. Sia che lo faccia per affetto, sia che lo faccia per professione. Talvolta qualcuno dice "badante" ma non è esattamente la stessa cosa. In ogni caso, profili importanti. Ne abbiamo parlato con Loredana Ligabue, segretaria dell'Associazione di Carer Bologna, che dette un impulso decisivo alla legge regionale emiliano romagnola in materia. La prima a vedere la luce, nel 2014. Ascolta il podcast
“Caregiver” è una parola che non è desueta per chi frequenta questo giornale: con questo termine indichiamo appunto una persona che si prende carico di un’altra, che soffre di una patologia o ha una disabilità. Dà cura, insomma, traducendo dall’inglese.
Spesso è un familiare, altre volte ci troviamo all’interno di un rapporto economico: personale ingaggiato allo scopo. Talvolta però, al posto di questa parola, ne viene utilizzata un’altra, “badante”, forse riduttiva del lavoro fornito.
Il quesito di una lettrice
Era stata una lettrice, Cristina Malvi, scrivendoci prima dell’estate, a suggerirci di approfondire: «Il chiarimento che mi sembra importante suggerire come approfondimento del podcast», scriveva, «riguarda le parole “caregiver” e “badante” con tutte le implicazioni che esse hanno con il concetto di famiglia e di comunità di vita»
Cristina spiegava che nel lavoro aveva «incrociato figure fondamentali, come gli educatori della salute mentale e delle persone disabili, gli psicologi, le o gli operatori socio-sanitari – oss che avevano capito l’importanza delle alleanze con badanti e caregiver per la buona riuscita del progetto assistenziale e per il miglioramento della qualità della vita delle persone fragili»
L’associazione che lottò per
una legge emiliano-romagnola
Siamo andati a Bologna per trovare l’esperto, anzi l’esperta giusta: Loredana Ligibue, promotrice e segretaria dell’Associazione Carer di Bologna, associazioni di caregiver familiari che, in Emilia Romagna, è stato il propulsore della prima legge regionale del 2014.Con lei è stata l’occasione anche per ribadire che cosa manchi, ancora, a livello politico ma anche a livello culturale, per un pieno riconoscimento della figura del caregiver.
Negli episodi precedenti, a Bada a come parli, abbiamo avuto Flaviano Zandonai responsabile open innovation di Cgm, che ha chiarito le differenze fra “Terzo settore”, “Non profit” e “Privato sociale”; Paolo Venturi, direttore di Aiccon Research, che ha parlato di “No profit” e “Non profit”, Elena Zanella, fundraiser, intervenuta su “Fundraising”, “Raccolta fondi” e “Crowdfundig”, Rossella Sobrero, scrittrice, che abbiamo ascoltato su “Csr” e “Esg” e Filippo Addarii su “Finanza etica, finanza responsabile, finanza a impatto”, di nuovo Venturi su “Coprogrammazione e coprogettazione” opposte ad “Amministrazione condivisa”.
Domande gradite
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