Non profit

Si esce dalla crisi con la generosità, la responsabilità e la fiducia

di Redazione

Caro direttore, dopo mesi di crisi ipotizzata, scritta, detta, reale? desidero condividere con lei alcune riflessioni in merito al rapporto della crisi con la raccolta fondi e, più in generale, con il terzo settore. La raccolta fondi in questo ultimo periodo (tra ottobre 2008 e febbraio 2009) sembra, dalle tante dichiarazioni provenienti dal mondo non profit raccolte anche da Vita, non aver risentito molto della crisi economica, raggiungendo risultati importanti e di buon auspicio per l’immediato futuro. Perché? Credo sia un segnale di maturità importante da parte dei donatori italiani e anche da parte delle aziende che operano sul mercato. La consapevolezza dell’importanza del proprio contributo consente di andare oltre ai timori, alle paure provocate dalla crisi stessa. Questo grado di consapevolezza e di ricchezza sentimentale dei donatori è un patrimonio sul quale il nostro Paese e il terzo settore possono contare. Certo è possibile che ci siano nel medio periodo, in relazione alla durata del terremoto economico, contrazioni delle donazioni e diminuzioni dei contributi medi, ma la situazione potrà essere invertita appena ci sarà un trend economico positivo.
Sono convinto che questa crisi aiuterà il non profit e soprattutto il settore del fundraising, mettendo in luce le problematiche di efficienza, efficacia e professionalità che sono ancora molto presenti nell’ambito della raccolta fondi: le difficoltà del periodo evidenzieranno la necessità di rendere sempre più professionale un’area di attività vitale per la sostenibilità finanziaria delle tante cause sociali. Le organizzazioni non profit che non lo faranno si troveranno presto indietro rispetto ai tanti concorrenti. E mi riferisco in particolar modo alla capacità di persuadere nuovi e vecchi donatori a sostenere la propria associazione in un momento di crisi. Sarà una prova dura per tutti, ancora più del solito, che stimolerà nuove idee e un grandissimo sforzo da parte dei fundraiser. Infine, sono certo che proprio il terzo settore sia un elemento chiave per uscire dalla crisi, perché capace di offrire a tanti italiani l’opportunità di continuare a partecipare alla costruzione di una società migliore, di un mondo migliore, un vero e proprio “toccasana” per lo spirito… Donare fa bene! E la crisi si batte proprio con la generosità, la responsabilità e la fiducia. Parafrasando il pensiero di Claire Gaudiani (L’economia del bene), potremo essere (di nuovo) ricchi se saremo capaci di essere (ancora più) generosi. Grazie per l’attenzione

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