Welfare

SI.DI.PE.: piena solidarietà a Quattrone

Il sindacato dei direttori penitenziari esprime piena solidarietà al provveditore regionale penitenziario in Calabria, Paolo Quattrone, rimasto vittima di intimidazioni.

di Redazione

Il SI.DI.PE. (sindacato dei direttori penitenziari), affiliati alla Cisl-Fps, esprime la sua più piena solidarietà al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria in Calabria, Paolo Quattrone, rimasto vittima di minacce e intimidazioni. Conoscendo la determinazione e l’impegno con i quali Quattrone ha sempre affrontato le tematiche complesse della sua funzione pubblica, confida che tutte le altre istituzioni sapranno dargli il conforto e il sostegno di cui, i servitori dello stato impegnati in prima linea nella difesa della legalità, dovrebbero godere di diritto. Il SI.DI.PE. ha particolarmente a cuore il futuro della Calabria, che da anni lotta contro una criminalità organizzata asfissiante con un impegno civile di primo livello. E’ per questo dunque che il sindacato si appella al Governo e alla sua maggioranza affinchè sul settore penitenziario venga prestata la più assoluta e dovuta attenzione, soprattutto in quelle aree come la Calabria in cui la criminalità intenderebbe trasformare le carceri in proprie depandance e ammenicoli delle stesse organizzazioni delinquenziali. Con la legge Meduri n. 154/2005 sulla dirigenza penitenziaria (che non a caso prende il nome dal primo indomito sostenitore e firmatario, il senatore calabrese Renato Meduri), è stata avviata una riforma finalizzata a dare forte motivazione professionale e reali riconoscimenti ai direttori penitenziari. Ebbene questa riforma dovrà aprire la porta ad altre iniziative legislative finalizzate al riconoscimento delle specialità e professionalità che riguardano tutte le figure di operatori penitenziari (educatori, assistenti sociali, funzionari, amministrativo-contabili, etc.), al fine di potenziare quella roccaforte di sicurezza e trattamento che il nostro sistema carcerario, insieme a quello dell’esecuzione penale esterna, deve assicurare. Non a caso, si ritiene, la criminalità dirige il suo sguardo verso quanti rappresentano le migliori risorse dell’amministrazione penitenziaria, per cui si auspica che massima risulterà l’attenzione che lo Stato saprà dare al dott. Quattrone, il quale nell’amata e mortificata terra di Calabria, sta rilanciando a tutti i livelli il locale sistema penitenziario, impegnandosi nell’ammodernamento delle strutture e spronando la motivazione professionale di collaboratori, direttori d’istituto e uffici locali dell’esecuzione penale esterna. Ma perchè davvero le cose cambino è necessario non lasciare da solo lui e tutti i direttori penitenziari, così come gli operatori, perchè ancor più delle intimidazioni, è pericolosa l’indifferenza. Questo appello lo lanciamo anche alla società civile calabrese e a quella nazionale perchè le carceri sono l’estrema difesa attiva attraverso un’azione rieducativa.


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