Politica

Sì del Senato al conflitto di attribuzione

Sì della Commissione Affari Costituzionali, ora la palla passa all'Aula

di Sara De Carli

Sì all’apertura, davanti alla Corte Costituzionale, del conflitto di attribuzione sul caso Elnglaro. Lo ha deciso ieri, durante la seduta notturna, la Commissione Affari Costituzionali del Senato, che nel primo pomeriggio aveva affrontato la questione. La decisione ora spetta all’aula: la data della discussione e del voto saranno decisi oggi dalla conferenza dei capigruppo.

Il caso Englaro è sbarcato ieri al Senato. A discuterlo, come annunciato nei giorni scorsi, è stata la Commissione Affari costituzionali del Senato. In esame «la questione se il Senato debba promuovere conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato innanzi alla Corte costituzionale con riguardo alla sentenza n. 21748, resa dalla Corte di cassazione – Prima sezione civile, in data 16 ottobre 2007 e alle decisioni successive e consequenziali adottate da altri organi di giurisdizione, a proposito del noto caso della giovane Eluana Englaro».

Conflitto di competenze
Fuori dal linguaggio tecnico, significa che la Commissione ha discusso se era il caso o meno di sollevare davanti alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione di competenze tra il Parlamento e la Corte di Cassazione, sulla base del fatto che la Cassazione, con la sua sentenza su Eluana, avrebbe scavalcato i confini delle proprie competenze e invaso il campo del Parlamento, che da anni sta discutendo di accanimento terapeutico, dichiarazioni anticipate di trattamento e possibilità di sospendere le terapie. È la prima volta che la Cassazione entra in conflitto con il potere legislativo per una sentenza.

Cosa cambia?
Quella del conflitto di competenze, oltre ad avere rilievo per la politica e i costituzionalisti, è una mossa che potrebbe mettere in stand by l’esecutività della sentenza della Corte d’Appello di Milano e pertanto stoppare (per il momento) il via libera alla sospensione dell’alimentazione e idratazione artificiali per Eluana. Il Procuratore generale della Corte d’Appello di Milano – a cui in questi giorni molti si sono appellati – pu non avendone alcun obbligo, difficilmente potrebbe non tener conto dello scontro tra i vertici istituzionali sollevato dalla sentenza e quindi, per precauzione, potrebbe sospendere la sentenza.

Già venerdì però il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, aveva detto che la Corte di Cassazione “non ha in alcun modo travalicato il proprio specifico compito istituzionale di rispondere alla domanda di giustizia del cittadino, assicurando la corretta interpretazione della legge, nel cui quadro si collocano in modo primario i principi costituzionali e la Convenzione di Oviedo”.

L’opposizione: no al conflitto, sì a una legge

Stefano Ceccanti, costituzionalista e senatore del Pd, è primo firmatario della relazione di minoranza presentata davanti alla commissione Affari costituzionali che sta esaminando il caso. Seccondo Ceccanti e secondo l’ìopposizione il conflitto d’attribuzione non va sollevato, e sarebbe comunque bocciato poiché “il conflitto di attribuzione si solleva solo nei casi di sentenze definitive e questa è una sentenza di rinvio, dunque non definitiva. Se al Parlamento non va bene il contenuto della sentenza, invece di sollevare un conflitto di attribuzione che verrà bocciato, faccia una legge». La commissione Affari Costituzionali del Senato tornerà a riunirsi stasera alle 20. Il voto potrebbe avvenire già oggi o essere rinviato a domani. Emma Bonino ha così commentato: “L’idea di un conflitto di attribuzione sollevato dal Senato sul caso Englaro e’ piuttosto peculiare, nel senso che il Senato non e’ un potere dello stato, lo sarebbe forse il Parlamento riunito. Spero che tutto questo porti ad una accelerazione della discussione del progetto di legge almeno sul testamento biologico in un modo rigoroso”.


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