Salute

Sì alle cure anticancro low cost

Novartis non riesce a far approvare il brevetto per il proprio antitumorale Glivec, così le aziende indiane continueranno a produrne uno equivalente low cost. Msf canta vittoria, per la multinazionale "è una sconfitta per pazienti e ricerca"

di Gabriella Meroni

Il Glivec continuerà ad avere la sua copia, generica e low cost. E' questo lo storico risultato a cui sono arrivati in India dopo una battaglia legale durata sette anni che aveva l'obiettivo di mantenere a costi accessibili il farmaco anti-tumore il cui brevetto originario appartiene all'azienda svizzera Novartis. Sul mercato da molti anni, non coperto da brevetto in India, il medicinale è stato "copiato" da aziende indiane come Cipls e Rambaxy, che ne hanno creato una versione equivalente a basso costo (la cura con l'originale fa spendere 2.600 dollari al mese, l’equivalente solo 175); Novartis contestava però il generico, e aveva tentato di far approvare una una nuova versione dell’anti-tumorale in modo da bloccare la produzione locale.

La Corte suprema indiana però ha bocciato l’appello della multinazionale che invocava il rispetto delle leggi sulla proprietà intellettuale. La motivazione della sentenza riguarda il fatto che il Glivec «non è un prodotto innovativo» perché utilizza una molecola già nota, quindi non rientra nei criteri stabiliti per le “invenzioni”. Secondo la corte indiana dunque quello di Novartis sarebbe un tentativo di  «evergreening», cioè un "rinverdimento" di un vecchio prodotto allo scopo di rimetterlo sul mercato con un nuovo brevetto.

Secondo molti osservatori lo stop indiano rappresenta un duro colpo per le aziende farmaceutiche occidentali che hanno individuato nel Paese asiatico un obiettivo privilegiato per e loro strategie di marketing. Le previsioni suggeriscono infatti che il mercato del farmaco indiano arriverà entro il 2020 a valere 50 miliardi di dollari, tra i primi dieci al mondo.

"E’ un enorme sollievo per i milioni di pazienti e medici nei Paesi in via di sviluppo che dipendono dai farmaci a basso costo provenienti dall’India, e per i fornitori di cure come MSF", afferma Unni Karunakara, presidente internazionale di Medici Senza Frontiere. "La decisione della Corte Suprema rende ora i brevetti sui farmaci di cui noi abbiamo un disperato bisogno, meno attuabili. Si tratta del segnale più forte possibile per la Novartis e le altre multinazionali farmaceutiche che devono desistere dall’attaccare la legge indiana dei brevetti” .

Per Novartis la sentenza della Corte Suprema "scoraggia la ricerca di farmaci innovativi, essenziale per l’avanzamento della scienza medica al servizio dei pazienti". Inoltre l'azienda sottolinea come non sia "mai stato riconosciuto un brevetto originale per Glivec in India. La Corte ha respinto il ricorso in appello contro il rifiuto di attribuire un brevetto a Glivec", farmaco salva-vita per determinate forme tumorali coperto da brevetto in circa 40 paesi, tra cui Cina, Russia e Taiwan. "Siamo fermamente convinti che le innovazioni originali debbano essere riconosciute e tutelate da brevetti al fine di incoraggiare gli investimenti nell’innovazione medica, in particolare nel caso di bisogni clinici insoddisfatti," ha dichiarato Ranjit Shahani, Vice Chairman e Managing Director di Novartis India Limited. "Abbiamo portato avanti questo caso poiché crediamo che i brevetti tutelino l’innovazione e incoraggino i progressi medici, soprattutto per i bisogni clinici insoddisfatti. Questa sentenza rappresenta una battuta d’arresto per i pazienti e ostacolerà i progressi medici nelle patologie per le quali non sono ancora disponibili opzioni terapeutiche efficaci."
 


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