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Sì al prepensionamento per i genitori di disabili gravi

È nel Milleproroghe, ma per i genitori «è una lotteria»

di Sara De Carli

«Nell’amarezza di non essere riusciti a dare risposte nel Milleproroghe ai molti problemi aperti sulle pensioni, ad iniziare dagli “esodati” e dal personale della scuola, evidenzio un risultato positivo, che, se pure riguarda un numero limitato di persone e famiglie, ha un valore altamente sociale. Su proposta del PD è stato approvato in commissione un emendamento, poi inserito nel testo su cui il governo a messo la fiducia, che consente ai lavoratori del settore pubblico e privato, che assistono figli gravemente disabili e che fruiscono del congedo biennale retribuito, di andare in pensione con i requisiti antecedenti alla riforma Fornero se vengono maturati nel periodo del congedo».

Così sul suo blog la senatrice Mariangela Bastico annuncia l’approvazione, nel Milleproroghe che torna alla Camera per la terza e ultima lettura, ma con voto di fiducia (leggi qui il testo dell’emendamento approvato). «Una scelta giusta e positiva, che dà un minimo di sollievo a famiglie impegnate in un’assistenza pesantissima e senza sosta consentendo al genitore di andare in pensione alcuni anni prima».

L’emendamento riguarda tutti i lavoratori, sia del settore pubblico sia del privato, che alla data del 31 ottobre 2011 erano in congedo per assistere figli con disabilità grave e che maturino entro 24 mesi dall’inizio del congedo il requisito contributivo per l’accesso al pensionamento, indipendentemente dall’età anagrafica. La copertura ammonta a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014.

La lotteria del 31 ottobre

L’emendamento però non fa contenta Simona Bellini, presidente nazionale del Coordinamento dei Familiari di disabili gravi e gravissimi (leggi qui i suoi post sulla sua pagina Facebook). Men che meno le piace l’accostare questo emendamento alla battaglia per il prepensionamento dei familiari che assistono disabili gravissimi, vedendolo come una vittoria, seppur parziale, di una battaglia che dura da diciassette anni e che a maggio 2010 aveva visto una tappa importante con il via libera bipartisan della Camera, ma arenatasi poi al Senato (per approfofondire leggi qui).

Due sono le critiche. «Primo, l’identificare la risposta ad un pesantissimo bisogno sociale con una data, il 31 Ottobre 2011. L’emendamento dà risposte solamente a chi era in congedo straordinario in base alla L.328/2000 in quel preciso giorno. Non è stato previsto alcun parametro che identifichi il carico assistenziale al quale è sottoposto il genitore: assistere il proprio figlio da pochi anni o da trenta non comporta alcuna differenza». Secondo, «si è pensato di riservare questo diritto ai soli genitori. La Legge 104/92 insegna che tutto ciò è anticostituzionale e comporterà una serie di ricorsi che modificheranno ben presto la norma». Sono troppi, infatti, secondo la Bellini, quelli che da questo emendamento risultano tagliati fuori: «quelli che alla data del 31 ottobre 2011 il congedo straordinario lo avevano già utilizzato integralmente, che sono coloro che hanno maggiori difficoltà a gestire contemporaneamente gli oneri dell’assistenza e l’impegno professionale; quelli che alla data del 31 ottobre 2011, usufruendo del congedo in modo frazionato, per puro caso erano al lavoro; quelli che alla data del 31 ottobre 2011 non avevano ancora fruito del congedo straordinario per poterlo utilizzare in momenti ancor più gravosi», esemplifica.

Non è una vittoria

Per la Bellini «identificare in questa norma una seppur limitata risposta ad un bisogno sociale tanto sentito, sembra solamente un tentativo di discolpa per la risposta iniqua di un provvedimento che non fa alcun distinguo sul carico assistenziale degli aventi diritto. A tutti gli altri resta quindi, non solo di vedere bocciato a priori un prepensionamento da sempre considerato dai nostri governanti quale un “atto dovuto”, ma anche la beffa di dover soggiacere ad un aumento dell’età pensionabile come qualsiasi altro lavoratore. Esclusi i vincitori inconsapevoli della lotteria del 31 ottobre 2011».

«Molto probabilmente questi 10 milioni di euro potevano essere spesi meglio, visto che la proposta di legge per il Prepensionamento di tutti i familiari che assistono disabili in ambito familiare, basata su più legittimi parametri relativi al carico assistenziale, che giace nelle Commissioni del Senato da quasi due anni, sarebbe costata allo Stato – nel caso in cui tutti ne avessero usufruito – 50 milioni di euro».

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