Si addebitano al consulente anche le spese di vitto e alloggio

La nostra fondazione, ente non commerciale, ha organizzato un convegno cui hanno partecipato, come relatori, alcuni professionisti (con partita Iva). Abbiamo sostenuto le spese di vitto e alloggio per questi, che hanno percepito un compenso per le relazioni. Ora ci chiediamo se le spese debbano essere a noi fatturate dai singoli professionisti come un compenso aggiuntivo e se dobbiamo fare la ritenuta su quelle somme. La questione da voi sottoposta è di grande attualità e richiede qualche premessa tecnica sull?argomento. Da anni, l?amministrazione finanziaria sostiene che le spese di vitto e alloggio che un professionista sostiene per l?esercizio della sua professione e poi riaddebita al cliente, costituiscono reddito di lavoro autonomo e devono essere comprese nella fattura emessa dal professionista ed essere assoggettate a ritenuta d?acconto. Recentemente, alcune interpretazioni dell?amministrazione sostengono la tesi per cui, anche nel caso in cui quelle spese siano anticipate dallo stesso cliente per prestazioni di vitto e alloggio di cui usufruisce lo stesso professionista, quelle somme costituiscono reddito di lavoro autonomo e soggiacciono quindi allo stesso trattamento sopra descritto (ritenuta d?acconto). Ovviamente, la dottrina tributaria ha già evidenziato come sarebbe necessaria, caso per caso, un?indagine più accurata sulla paternità di quelle stesse spese (chi assicura che non siano spese del cliente?) e come sarebbe contabilmente complicata una operazione di questo tipo. Da ultimo, occorre segnalare come il recentissimo dl 223/06 ha cercato di risolvere l?incresciosa situazione fiscale (quelle spese risulterebbero parzialmente deducibili) che si verrebbe a creare sul professionista stabilendo che nei casi come quello descritto, quelle spese sono integralmente deducibili per lo stesso professionista.