Non profit
Si a legge contro il Far West del ritocco estetico
L'appello arriva oggi a Milano dalla Fondazione Gustavo Sanvenero Rosselli
di Redazione
Una legge nazionale contro il Far West del ritocco estetico, che dica con precisione chi puo’ operare e dove. E che ponga un freno agli spot ingannevoli, trappole per clienti inconsapevoli attirati da foto truccate e promesse impossibili da mantenere. Di bisturi si puo’ morire, avvertono i chirurghi plastici italiani. Gli esperti dicono basta alla giungla del ‘tagliando’ di bellezza, ringraziano il Governo per il disegno di legge sulle operazioni al seno (registro protesi e divieto per under 18), ma chiedono di piu’: “Il Ddl voluto dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini e’ un ottimo segnale, pero’ ci aspettiamo una regolamentazione che da un lato tagli le gambe alla pubblicita’ aggressiva e fuorviante, e dall’altro individui nel chirurgo plastico l’unico specialista autorizzato a un certo tipo di interventi”. Almeno i piu’ rischiosi come la liposuzione o l’addominoplastica. L’appello arriva oggi a Milano dalla Fondazione Gustavo Sanvenero Rosselli: “La coscienza della chirurgia plastica italiana”, si definisce, nata nel 1975 per ricordare il pioniere di questa disciplina in Italia. Nel giorno della festa della donna, l’ente “per lo studio e lo sviluppo della chirurgia plastica” dedica una tavola rotonda a Solange Magnano, ex Miss Argentina morta nel novembre scorso a 38 anni, dopo un’iniezione fuorilegge di silicone liquido praticata a Buenos Aires da un medico non specialista. Un dramma di cui si e’ detto poco e gia’ a distanza di pochi mesi non si parla piu’, riflettono il vicepresidente della Fondazione, Riccardo Mazzola, e il segretario Andrea Grisotti, presidente della Societa’ italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre).
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