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Shutdown o no, sulla riforma sanitaria ha vinto Obama

Nonostante lo scontro con i Repubblicani che ha portato alla chiusura di molti uffici, oggi la discussa Obamacare entra in vigore. Fino a marzo almeno 7 milioni di americani poveri potranno fare domanda per ottenere una copertura ampia e a basso costo, mentre altri 8 ne avranno comunque un beneficio. Allora chi ha vinto?

di Gabriella Meroni

Obama non si arrende. Nonostante lo shutdown (la chiusura di svariati uffici federali) causato dal deficit statale e dal rifiuto dei Repubblicani di finanziare la riforma sanitaria fortemente voluta da lui, il presidente ha potuto promettere oggi agli americani che "sapranno cosa questa riforma vuol dire veramente" per loro. Si apre oggi infatti nei 50 Stati dell'Unione la possibilità per milioni di persone di accedere alla cosiddetta Obamacare, la copertura assicurativa destinata proprio ai "senza polizza":
Una vera pietra miliare per la politica interna del presidente, che in pratica introduce gli "exchange", polizze meno costose, ma comprensive di servizi essenziali che prima non venivano normalmente inclusi, che le compagnie assicurative sono obbligate a proporre. Vengono ridimensionati anche alcuni criteri che in passato portavano alla automatica esclusione del richiedente, come per esempio l'orientamento sessuale o le malattie di cui si era sofferto in passato, e nel caso dei redditi meno elevati, sono previsti sussidi federali. Chi negherà la copertura (che prevede per esempio cure psichiatriche, terapie preventive e contraccettivi) dovrà risponderne, anche andando incontro a sanzioni. 
I Repubblicani, che considerano il Patient Protection and Affordable Care Act (questo il nome ufficiale del provvedimento) troppo oneroso, hanno provato a stopparlo o rimandarlo sine die fin dal 2010, ultimamente agitando il fantasma dello shutdown, ma Obama ha corso il rischio e oggi la riforma entra comunque in vigore, anche se non può contare su tutti i fondi che il presidente avrebbe voluto assegnarle. Non si tratta però di cosa da poco, visto che la riforma potrebbe riguardare almeno 7 milioni di persone, che da oggi possono inoltrare la richiesta per essere assegnatari di una polizza e sapere entro il prossimo 31 marzo se otterranno la copertura. Altri 8 milioni riceveranno comunque benefici dall'Obamacare, che prevede anche l'estensione di alcuni vantaggi già previsti da Medicaid, la copertura sanitaria statale riservata ai meno abbienti.
Ma chi saranno i beneficiari principali della nuova assicurazione sanitaria? Secondo la stessa amministrazione, innanzitutto gli anziani o i malati cronici a basso reddito, che in passato hanno avuto più difficoltà ad ottenere polizze sanitarie, ma si potrà parlare di un vero successo per la riforma Obama se questa convincerà i giovani adulti in buona salute, che con le loro adesioni relativamente onerose dovranno tenere in piedi economicamente l'intera operazione. 
Quello del bilanciamento economico non è però l'unico problema della riforma: nonostante gli sforzi comunicativi della Casa Bianca, infatti, i sondaggi dicono che il 46% degli americani non approva la scelta di estendere la copertura sanitaria a chi non se la potrebbe permettere, mentre una percentuale significativa dei potenziali beneficiari non sa neppure che esiste. Per questo è già stata messa a punto una gigantesca operazione pubblicitaria, condotta anche attraverso i social media (oltre che le chiese e le comunità religiose), che mira a informare i gruppi più "utili" alla causa, come i neri e gli ispanici maschi dai 18 ai 35 anni che vivono nelle grandi città del Sud e dell'Ovest.
 


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