Cultura
Sharon Shannon, a metà tra Joyce e San Patrick
Recensione del disco Live in Galway di Sharon Shannon
di Walter Gatti
Lo scrigno di tesori, suoni, ritmi, sensazioni ed energia rappresentato dalla cultura musicale irlandese non smette di sfornare novità, di proporre personaggi di grande qualità. Nome non nuovo a chi bazzica la musica della terra del trifoglio, Sharon Shannon è una fisarmonicista e violinista cresciuta in un piccolo villaggio della contea di Clare, imbevuta nel folk celtico sin da bambina. Scoperta e lanciata da Mike Scott, leader degli indimenticabili Waterboys, la Shannon ha alternato il suo apporto a dischi di altri e la presenza in band di folk tradizionale a una notevole carriera solista, con dischi capolavoro tra cui Diamond Mountain Session (con la presenza di Jackson Browne, Steve Earle, i Waterboys, parte dei Clannad e dei Chieftains).
Ora, dopo una tournée nei locali di mezzo mondo con la sua band, The Woodchoppers, Sharon Shannon esce con il disco live che testimonia la temperatura e la grinta delle sue esibizioni: Live in Galway è una raccolta di 14 pezzi registrati in una delle città simbolo della cultura del trifoglio, una spericolata corsa tra strumentali tradizionali, ballate e medley strepitosi. Il tutto condito dalla verve solista della Shannon, che imbraccia la fisarmonica come una chitarra elettrica e trascina il pubblico, la band e gli ascoltatori del cd nel bel mezzo di terreni sino ad ora inesplorati, dove San Patrizio protegge chi si gode il ritmo come benedizione divina…
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