Economia

Sgravi al 30% per chi investe nelle imprese sociali

Il governo inglese annuncia misure senza precedenti per favorire l'immissione di capitali nel settore sociale. Beneficiate le cooperative, le charity registrate e le imprese "di interesse comunitario". Attesi 500 milioni di sterline nei prossimi cinque anni

di Gabriella Meroni

Sgravi fiscali fino al 30% per chi investe nel sociale. E’ questo l’annuncio dato dal cancelliere dello scacchiere inglese (in pratica, il ministro delle Finanze) George Osborne che ha galvanizzato le imprese sociali britanniche. 
Secondo Big Society Capital, importante fondo per l’impact investment a cui il governo britannico ha destinato per legge i depositi dei conti “dormienti” (a oggi valutati in 400 milioni di sterline), la misura libererà risorse fino a mezzo miliardo di sterline, che andranno a beneficiare charity e organizzazioni del terzo settore nei prossimi cinque anni.
In Gran Bretagna le prime agevolazioni fiscali a favore degli investitori del settore venture capital sono state introdotte vent’anni fa, e hanno finora pompato 14 miliardi in migliaia di nuove aziende medio-piccole. “Ma i tempi cambiano, e sono maturi per una vera esplosione degli investimenti sociali, a cui sono dovuti gli stessi vantaggi degli investimenti tradizionali”, ha detto sicuro Nick O’Donohoe, direttore di Big Society Capital.
Ma chi beneficerà dei ventaggi? Come scrive The Guardian, saranno interessate tutte le organizzazioni sociali registrate, ovvero le Community Interest Company, le Community benefit society (le cooperative) e le charities. Scopo dichiarato del piano, rendere “attrattive” agli occhi degli investitori le imprese sociali esattamente come le start up o le imprese innovative di altri settori.
All’inizio, i nuovi sgravi saranno indirizzati solo ai piccoli investimenti (inferiori a 150mila sterline), e i settori di attività delle imprese beneficiarie saranno stabiliti dalla normativa. In una seconda fase, le regole potranno essere meno rigide e lo schema ampliato. Ma in ogni caso si tratta di un primo passo importante nella direzione giusta, come hanno sottolineato da più parti molti rappresentanti del terzo settore britannico. “Ora il governo deve far conoscere il più possibile questa nuova opportunità”, ha concluso O’Donohoe, “perché possa veramente trasformarsi in un volano di sviluppo per tutto il sociale”.
 
 

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