Cultura

Sfruttare l’energia dello Tsunami per la ricostruzione

L’idea presentata in questi giorni in un meeting a Giacarta dall’Unido, United Nations Industrial Development Organization e porta la firma dell’Italia

di Redazione

Dallo Tsunami allo sfruttamento positivo di quella stessa energia marina per aiutare questa volta la ricostruzione delle aree distrutte. L?idea presentata in questi giorni in un meeting a Giacarta dall?Unido, United Nations Industrial Development Organization, porta la firma dell?Italia. Il progetto infatti, che prevede la disseminazione di turbine Kobold per la produzione dell?energia dalle correnti marine da utilizzare per aiutare l?appovviginamento delle aree colpite dallo Tsunami, è firmato dalla Ponte di Archimede Spa, la società del gruppo armatoriale Caronte che opera nel settore della progettazione e ricerca nel campo delle fonti alternative di energia. L?incontro, avvenuto nella capitale indonesiana alla presenza anche di rpapresentanti di governo della Repubblica popolare cinese, Indonesia, e Filippine, è il primo di una serie di 4 incontri volti a sviluppare il progetto sperimentale. I successivi meeting, che si svolgeranno entro l?estate 2005, sono in programma a Pechino, Manila e Messina. “E? di grande significato – ha affermato Elio Matacena, presidente di Ponte di Archimede che ha già istallato una piattaforma dotata di turbina Kobold nello Stretto di Messina e sta studiando l’applicazione di un sistema analogo nello stretto cinese di Jintang – che l?Italia possa esportare tecnologia avanzata che corrisponde alle esigenze di un territorio per il quale lo sviluppo e la conquista di una migliore qualita’ della vita sono un’utopia senza la disponibilità di sufficienti risorse energetiche”. “Il passo successivo – ha concluso Matacena – riguarderà il reperimento di risorse volte a finanziare l’implementazione di ‘fattorie’ di Kobold, adatte a costruire un sistema energetico a servizio delle popolazioni delle singole isole, che conquisterebbero così l?autosufficienza per l’energia, laddove oggi l’approvvigionamento avviene attraverso gruppi elettrogeni inquinanti”.

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