Formazione

Sfollati interni: una tragedia per 25 mln di persone

Una denuncia da Bruxelles: il loro numero continua a crescere

di Gabriella Meroni

Nel corso del 2006 sono stati 4 milioni i nuovi sfollati interni provocati dai conflitti armati, più del doppio rispetto all’anno precedente, essendo questo aumento legato principalmente al bombardamento e all’attracco militare israeliano nel conflitto con Hezbollah in Libano oltre che agli sviluppi drammatici della tragedia irachena. “Sono dati allarmanti che mettono in luce le tremende responsabilità di governi che si rendono colpevoli di veri e propri crimini di stato, facendo dello sradicamento forzato un’ulteriore arma di guerra per conflitti le cui conseguenze sono pagate dalla popolazione civile”, ha commentato Luisa Morgantini introducendo il lancio del rapporto IDMC ” Internal Displacement: Global Overview of Trends and Developments in 2006- Sfollati interni: rassegna delle tendenze e degli sviluppi nel 2006 ? ospitato ieri al Parlamento Europeo dalla Vicepresidente Morgantini. “Al mondo ci sono circa 25 milioni di sfollati interni: la comunità internazionale deve contribuire con ogni strumento ad alleviare le loro sofferenze e garantire il pieno rispetto dei loro diritti. E´ fondamentale andare oltre l’aspetto umanitario se si vogliono raggiungere soluzioni durature; si deve agire sulle cause profonde affrontando gli aspetti politici che causano i conflitti che determinano questi sfollamenti forzati”, ha sottolineato Luisa Morgantini concordando con le conclusioni del rapporto presentato da Mr.Jens- Hagen Eschenbächer, Capo dell’ IDCM. Infatti, oltre al brusco incremento del numero degli sfollati interni specialmente nel Medio Oriente, il rapporto mette in luce la tendenza crescente dei governi (17 su 23 paesi) a perseguire deliberatamente alcuni dei loro cittadini. “Il risultato di queste politiche pericolose e disumane – continua la Morgantini- sono circa 5 milioni di sfollati interni tuttora privati di assistenza umanitaria e altri 6 milioni senza alcun tipo di protezione.” Inoltre, il loro status indefinito e l’insufficiente attenzione da parte della comunità internazionale pongono gli sfollati interni al di fuori delle garanzie e dei diritti riconosciuti dalla Convenzione Internazionale sui rifugiati firmata nel 1951. ” Proprio per questo motivo è estremamente significativo lanciare qui al Parlamento Europeo questo rapporto, in quanto ci offre l’occasione richiamare l’attenzione dei parlamentari e dei funzionari europei su una questione ancora ignorata in troppe occasioni dalla comunità internazionale- hanno dichiarato Tomas Colin Archer, Segretario Generale del Norwegian Refugee Council, e Paul Nesse, rappresentante del Centro per il Monitoraggio sugli Sfollati Interni (IDMC). Raccogliendo il suggerimento degli esperti, Luisa Morgantini ha chiuso l’incontro ribadendo l’impegno del Parlamento Europeo ad appoggiare l’ Alto Commissariato per i Diritti Umani (UNHCR) con il fine di vincere le resistenze di molti governi rispetto all’ampliamento del suo mandato; infatti i compiti dell’ Alto Commissariato che comprendono ora anche la responsabilità sul rientro degli sfollati interni ai luoghi di residenza originari.


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