Non profit
sezioni primavera: cosa c’è da sapere
Rifinanziato il progetto per bimbi di due anni e mezzo
La sperimentazione delle “sezioni primavera” nei nidi e nelle scuole dell’infanzia proseguirà anche per l’anno 2009-2010. Lo ha stabilito il governo, grazie a un accordo con la Conferenza Unificata e un finanziamento complessivo pari a 25,4 milioni di euro. A metà strada tra il nido e la materna, le sezioni primavera sono sempre più diffuse in Italia.
Portare avanti l’esistente e promuovere la diffusione di nuove classi: è l’obiettivo dell’accordo tra Conferenza unificata Stato-Regioni e Miur che ha stabilito entità delle risorse e criteri per la prosecuzione dell’esperienza delle sezioni primavera. Quando è partito il programma, nel 2007, erano stati presentati quasi 3mila progetti (poi ne sono stati ammessi 2.053 e finanziati 1.362). I nidi e le materne che già offrono la sezione primavera per i bambini tra i 24 mesi e i tre anni seguono una serie di criteri, nella predisposizione dei locali e nel piano educativo, che sono stati riconfermati. Con le risorse residuali, gli uffici scolastici regionali potranno approvare nuovi progetti. I criteri stabiliti dal ministero tengono conto del fatto che i bambini non sono ancora autonomi (alcuni portano ancora il pannolino e non sono comunque in grado di utilizzare i bagni da soli, non sempre sanno mangiare da soli, non riescono a stare seduti per lungo tempo, necessitano di un’attenta vigilanza e di una disposizione “sicura” dei locali) ma potenzialmente già in grado di vivere un’esperienza di socializzazione e crescita più vicina alla materna che al nido.
È previsto un orario di funzionamento flessibile da 5 a 9 ore, con classi fino a 20 bambini. Il rapporto numerico insegnanti-bambini non dovrà essere superiore a un insegnante ogni 10 alunni. Secondo l’ultimo decreto Miur dell’11 novembre, l’accesso sarà possibile per i bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi che compiano, comunque, i due anni di età entro il 31 dicembre 2009. L’inserimento effettivo avverrà eventualmente al compimento dei 24 mesi secondo modalità e tempi definiti localmente. La ripartizione dei fondi statali per il 2009-2010 vede tre regioni in testa: Campania (3,7 mln di euro), Lombardia (3,5 mln di euro) e Puglia (2,5 mln di euro). Oltre al carattere sperimentale del progetto, va detto che non tutte le scuole materne pubbliche e paritarie hanno colto l’occasione di sviluppare le “sezioni primavera”. Il motivo fondamentale è un maggiore lavoro per le insegnanti (poiché i bimbi, appunto, non sono autonomi) e per gli assistenti, una gestione degli spazi con aule per il riposo pomeridiano, turnazione per la mensa, e così via. Poi esiste un’obiezione di natura individuale: non tutti i bambini tra i due i tre anni sono pronti per un’esperienza “semi-scolastica”. Se il bambino non vuole affrontare una scolarizzazione precoce, si rischia di creare un trauma.
L’offerta è dunque aperta al vaglio delle famiglie, oltre che delle singole scuole. È comunque una possibilità di accoglienza ulteriore, che viene incontro a nuove esigenze socio-familiari e alla maggiore rapidità di sviluppo e apprendimento dei bambini di oggi.
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