Cultura

Sexy Helene! Rockettara in attesa di un bel bis

Recensione del cd "Postcard" di Helene.

di Enrico Barbieri

Helene è sexy. Ha una voce che si avvolge morbida sulle note di basso, s?infila docile tra gli accordi di chitarra, ogni tanto s?increspa un po? e diventa ancora più bella. E queste sono qualità rare, perché Helene è capace di un canto viscerale e profondo e si apprezza meglio quando la musica le gira attorno più lenta: come in Big Talker e Postcard, i due grandi pezzi con cui si apre il disco d?esordio della cantante londinese. Il primo è un blues-rock appassionato; il secondo, quel Postcard che dà il titolo all?album, conserva un?ispirazione blues, ma la componente rock si fa più robusta e prendono vigore tastiere e chitarra slide: una meraviglia delle atmosfere black e fumose, che ricorda un po? quegli inni ipnotici e circolari che si suonavano negli anni 70. Ancora ballate di qualità con Call e Brewster McCloud. Quando accade però che il ritmo acceleri, vedi Murder, la voce di Helene sembra andare in difficoltà o addirittura fuori giri, come nel non molto riuscito Peanuts, in cui la cantante si mette a duettare col chitarrista Graham Gargiulo su un?idea melodica un po? troppo semplice. Peccato, perché tolte queste rare cadute, il disco vale eccome, ed Helene si merita tutti i più illustri paragoni con le grandi profetesse del rock, da Patti Smith e P.J. Harvey. Intanto ci si gode questo disco sofisticato, aspettando di sentire ancora la voce sensuale di Helene, con una musica adeguata a scaldarla al punto giusto.

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