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Severino, il candidato che non può votare

Mingroni, disabile, nella lista dei Radicali, promotore della legge per il voto a domicilio per gli intrasportabili. Immobilizzato, ma per la Asl non abbastanza disabile per poter votare a casa...

di Riccardo Bianchi

Severino Mingroni non potrà voterà alle prossime elezioni europee. La notizia interesserebbe poche persone se non fosse che Mingroni è molto più di un semplice elettore: è un candidato. Il suo nome è nella lista dei Radicali per la circoscrizione del centro-Italia. Ma probabilmente non riceverà il suo stesso voto.

Andrà così perché Mingroni è affetto da sindrome locked-in. È cosciente e sveglio, ma ha tutti i muscoli volontari paralizzati. Però l’Asl di zona ha deciso che la sua condizione non gli dà il diritto al voto domiciliare, approvato qualche settimana fa dal Parlamento (clicca qui per saperne di più). Un’altra beffa, perché la legge è stata chiesta proprio da Severino, con una lettera al Presidente della Repubblica.

In poche parole Mingroni sarebbe capace di andare a votare con i mezzi messi a disposizione dal Comune. Come? Forse come ha fatto l’ultima volta, per le elezioni regionali abruzzesi, quando è servito uno stuolo di volontari e addirittura una gru per permettergli di raggiungere il seggio. Bisogna dire che Severino non riesce ad uscire da casa, e che segue su una webcam la vita del suo paese, Casoli.

L’onorevole dei Radicali Italiani, Rita Bernardini, amica di Mingroni, si è scagliata contro l’Asl e la dottoressa Belfatto, che non ha firmato il certificato, richiesto dalla legge per concedere il voto domiciliare: “Si tratta di persone poco intelligenti e poco sensibili, sembra quasi che ce l’abbiano con Severino”.

Bernardini ricorda che la legge, da lei proposta, è stata modificata per punire chi firma certificati falsi: “da disabili gravi si è passati a gravissimi ed è stato decisa la sospensione per i medici che non si comportano onestamente. Pensavo che fosse una decisione più che giusta. Ora mi domando se non abbia spaventato i dottori”. Vita ha provato a chiederlo alla dottoressa Belfatto, ma, forse a causa del ponte festivo, non è riuscita a contattarla agli uffici dell’Asl di Lanciano-Vasto.

Ma Mingroni non sembra l’unico ad essere inciampato nella burocrazia italiana. Sul blog di Severino è arrivata una mail del marito di un’altra locked-in, Daniela, di Bra, anche lei considerata trasportabile. E proprio qualche giorno fa Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, ha fatto notare che dovrebbe essere di competenza delle regioni l’organizzazione del voto domiciliare: “Già è difficile ottenere una normale certificazione dalle Asl” ha detto Barbieri “figurarsi nel caso in cui vengano sollecitate da un Ministero”.

Comunque, per questa tornata elettorale, Severino Mingroni non voterà, resterà a casa, a meno che qualcuno non si prodighi per aiutarlo un’altra volta. Come lui altri disabili gravi. Ma per chi ha una passione politica forte come Mingroni, questo è uno schiaffo doppio. Eppure non si perde d’animo e dal suo blog, con la solita ironia, rilancia il suo impegno “Alla prossima…Legge Welby-Mingroni la vendetta!!! “


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