Mondo

Sette ore per 130 chilometri sulla route number six

Proposta di viaggio in Cambogia,sulla route number six(strada nazionale cambogiana numero 6)

di Redazione

Strada nazionale cambogiana numero 6, rout number six. Collega Siem Reap a Poipet, al confine con la Tailandia. In realtà è terra. Terra battuta, molto più simile all?emmenthal svizzero che a una strada. Quando piove, come ora, la strada diventa nient?altro che fango, e le buche si riempiono d?acqua. Le fosse sono interruzioni vere e proprie, grandi cinque o sei metri e profonde fino a un metro rispetto al livello stradale. Arranchiamo slittando da una parte all?altra, incuranti di stare a destra per rispettare il nostro senso di marcia. Cerchiamo di andare laddove la strada sembra migliore e dove il fango sembra non troppo bagnato. A rendere più complicate le cose ci si mettono anche le radici degli alberi della foresta che sbucano come spine sulla strada, abbastanza grandi da risultare insidiose, tant?è che l?autista deve schivarle per non rompere qualcosa del motore. Rumori metallici di qualcosa che sbatte forte e vuole rompersi, accompagnano ogni metro. Per fortuna il conducente è davvero uno che sa il fatto suo e non rompiamo niente: sono sicuro che un guidatore improvvisato romperebbe l?asse di una ruota dopo pochi chilometri. Controllo il tachimetro che segna 25 km orari. Quando chi sta al volante prende fiducia e il tratto sembra meno insidioso, tocchiamo i 35 km all?ora e riusciamo a inserire la terza. Per noi passeggeri non c?è molto da fare su questo bus da 18 posti di fabbricazione asiatica, vecchio ma ancora forte. C?è chi si tiene stretto al proprio bagaglio, chi cerca una precaria stabilità incastrando le ginocchia contro il sedile davanti, chi con una mano preme contro il finestrino e con l?altra cerca sostegno al poggiatesta. E nonostante questi espedienti , balliamo, saltiamo dai sedili, battiamo la testa, come in una simpatica giostra di paese che dura pochi minuti. Ma il viaggio dura 7 ore. 7 ore per 130 km. Quando arrivo al confine e apprendo che le strade tailandesi sono decisamente tutt?altra cosa, prendo coraggio e dico a me stesso: «Anche questa è andata».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA