Non profit
Servizio civile universale, le coop sociali pronte a fare la loro parte
L'intervento del presidente di Federsolidarietà e portavoce dell'Alleanza delle cooperative sociali italiane: « Il vero motivo per cui il Servizio Civile può essere anche una formidabile formula per realizzare una politica giovanile del lavoro attiva, consiste proprio nell'esperienza in sé»
Da troppo tempo il nostro Paese ha abbandonato ogni occasione e rito di passaggio che accompagni i giovani alla nascita civile. Non ci sono luoghi e tempi per una "restituzione sociale" che sia momento di assunzione di responsabilità verso l'altro e verso la comunità.
E si tratta di numeri non piccoli, se si pensa che le cooperative sociali aderenti hanno accolto, negli ultimo 10 anni oltre 12.000 volontari.
È sotto gli occhi di tutti una buona pratica nazionale: il Servizio Civile. E’nella rete di esperienze delle cooperative sociali di Federsolidarietà, non solo una pratica di restituzione del ragazzo alla collettività, ma anche un forte investimento sul giovane.
I nostri dati confermano che una percentuale significativa (superiore al 30%) dei giovani che hanno svolto questa esperienza hanno avuto la possibilità di entrare nelle reti relazionali mature e di trovare lavoro, che non vuol dire pre lavoro, non vuol dire lavoro mascherato, non vuol dire apprendistato. E’ questo un altro istituto, direbbero i giuristi; è un qualcosa di diverso. E’ la concreta possibilità del giovane di impegnare il suo senso civico e di entrare in una rete che non è più quella dei coetanei della scuola, o degli amici “del muretto”. E’ una rete che, proprio perché è propesa a “farsi carico di”, se intravede delle qualità nel giovane e se ne ha la possibilità, di certo proverà a dargli un’opportunità. Dobbiamo però fare di più. Dobbiamo non solo chiedere ma anche dare, anche metterci in gioco per capire come sostenere e cofinanziare questa esperienza.
Il numero dei volontari in Servizio Civile è stato sempre straordinariamente inferiore rispetto alle richieste ricevute dalle cooperative sociali. Il Servizio Civile svolto nelle cooperative sociali coniuga gli aspetti e le motivazioni sociali e solidaristiche ad un’esperienza utile per acquisire specifiche conoscenze e competenze. Nella cooperazione sociale si può declinare più chiaramente anche la relazione tra servizio civile, impegno sociale, futuro dei giovani ed occupazione grazie alla possibilità di un primo e proficuo contatto con il mondo del lavoro anche finalizzato alla ricerca di un lavoro stabile e remunerato. Spesso, molti giovani, a servizio ultimato, continuano la loro esperienza all’interno delle cooperative sociali, attraverso diverse forme di collaborazione lavorativa.
In questo contesto il Servizio Civile è stato per molti, della generazione degli obiettori di coscienza, un fondamentale momento di passaggio e di formazione; consolidava l'ideale non violento e la scelta di rinuncia alle armi aggiungendo un sovrappiù di impegno civile e sociale. E da quel movimento è nata una parte importante delle realtà della società civile, dell'associazionismo, del volontariato e della cooperazione sociale italiana.
Un Servizio Civile Universale, o comunque molto ampio, avrebbe in primo luogo questa importate funzione di educazione civica e sociale. Un percorso di responsabilizzazione verso la collettività che mette i ragazzi e le ragazze in condizione di misurarsi con contatti relazionali e di impegno diversi dal mondo della scuola o della famiglia. Questa funzione fondamentalmente educativa e socializzante è anche un importante momento "capacitatore" che aumenta ovviamente le possibilità per chi lo attraversa di trovare in seguito un'occupazione. Il vero motivo per cui il Servizio Civile può essere anche una formidabile formula per realizzare una politica giovanile del lavoro attiva, consiste proprio nell'esperienza in sé. Perché muove abilità e motivazioni, abitua alla responsabilità, introduce nella dimensione del dono. Caratteristiche che poi uno spende nel mondo del lavoro e nella vita sociale con risultati positivi.
Questa esperienza italiana ora andrebbe ricollocata anche in un quadro europeo, per alcuni aspetti il servizo di leva in passato e per altri poi il grande cammino dell'obiezione di coscienza e poi del servizio civile ha segnato un modo di costruire anche un "identità nazionale". Se pensiamo a figure come Don Milani, Danilo Dolci, hanno fatto del servizio civile e dell'obiezione di coscienza un progetto di identificazione civile. Proviamo ad immaginarci allora un servizo civile europeo, come occasione di costruire anche i cittadini europei di domani…per alcuni aspetti il programma Erasmus ha svolto questa funzione, ma su numeri che sono di "testimonianza" ma che non posson bastare ad dare un senso di progettualità collettiva. Lanciare allora grande progetto europeo di "obiezione di coscienza" alla finaziarizzazione dell'identità europea, alla assolutizzazione dei principi di misurazione dei PIL e delgi spred, a cui affianca invece un progetto di identificazione in una dimensione sociale e civile dell'Europa, della pace, della cultura, della solidarietà, della Giustizai sociale, dei diritti che sono più importanti della concorrenza….eccco questo sarebbe anche una grande sfida, ma porterebbe anche risultati economici e di progresso postivi.
Anche Garanzia Giovani per certi versi potrebbe essere un terreno sul quale anche a livello europeo, come si sta facendo in Italia, si unisca il tema del lavoro col tema dell'impero sociale…in questo senso il protocollo siglato tra Alleanza delle Cooperative Italiane e Ministero del lavoro per la promozione del programma “Garanzia Giovani” e delle opportunità per le imprese cooperative e per i giovani e le giovani del paese, ci sta impegnando ad avviare un percorso per valorizzare questi aspetti attraverso la validazione e la certificazione delle competenze formali e non formali acquisite con l’esperienza nelle cooperative sociali e a strutturare percorsi di orientamento.
È importante che il Governo italiano abbia collocato la riforma del servizio civile universale nel cuore del disegno di legge sulla riforma del terzo settore che è all’esame del Parlamento. Bisogna estendere al massimo la possibilità per i giovani di fare questa esperienza di cittadinanza attiva e partecipazione. L’obiettivo che si è dato il Governo di avviare 100.000 giovani entro il 2017 deve essere raggiunto e le cooperative sociali sono pronte a fare la loro parte!
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.