Non profit
Servizio Civile Universale, i 70 milioni aggiuntivi spariscono ancora
Sono ormai famigerati. Erano stati reperiti con un disegno di legge del 24 febbraio scorso che li spostava dal “Fondo per l’attuazione del Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate”. Oggi sono nuovamente irreperibili. E intanto il fondo nazionale resta a 140 milioni per un contingente di soli 20mila giovani
«Se continueremo ad assistere allo sforzo demagogico di introdurre riforme senza risorse immaginando, o peggio ancora pretendendo, che gli enti suppliscano ai mancati investimenti dello Stato con improbabili risorse proprie, condurremo il servizio civile al suo tramonto o gli enti al fallimento». Parole amare quelle del presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile, Enrico Maria Borrelli con cui ha commentato l’allarme lanciato dal Forum del Terzo Settore, che in un ordine del giorno dell’Assemblea nazionale del 24 febbraio scorso ha ricordato come «il fondo nazionale resta a 140 milioni di euro di effettiva disponibilità, sufficienti per un contingente di solo 20.000 posti».
A mancare all’appello sono gli ormai famigerati 70 milioni aggiuntivi promessi dal ministro per le Politiche giovanili e lo Sport con delega al Servizio Civile Universale, Vincenzo Spadafora, che dovevano essere spostati dal “Fondo per l’attuazione del Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate” del bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le parti opportunità in favore del Servizio Civile Universale. Così non sarà.
Come riportato anche da Il Redattore Sociale infatti quei fondi, che erano stati previsti da un Disegno di legge approvato dal Governo Conte I lo scorso 31 luglio non sarebbero più disponibili. Tanto che Spadafora avrebbe inviato una lettera al Premier Conte e al Ministro dell'Economia Gualtieri lo scorso 18 febbraio per segnalare “preoccupazione” per questa decisione, che metterebbe a rischio il servizio civile universale, portando a un numero inferiore di posti nanziabili rispetto allo scorso anno, e che sarebbe un “pessimo segnale” nei confronti degli enti, impegnati attualmente nella nuova progettazione, e soprattutto dei giovani.
«Una responsabilità così delicata, quale quella di integrare i tradizionali percorsi di istruzione e formazione e accompagnare i giovani verso il mondo del lavoro, che non lascia più alibi alla gravissima disattenzione che il Parlamento sta prestando a questo Istituto», continua Borrelli, che sottolinea «alla prospettiva di rafforzane le potenzialità, aumentandone e stabilizzandone le risorse per renderlo una "misura strutturale" delle politiche nazionali, assistiamo invece ad un Parlamento che destina i 70 milioni di euro previsti nel disegno di legge dello scorso luglio ad altre misure».
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