Famiglia

Servizio civile: un successo. Parola di Arci Servizio Civile

Dopo quattro anni di sperimentazioni Arci Servizio Civile traccia un primo bilancio e pensa al futuro

di Carmen Morrone

Il Servizio Civile Nazionale, aperto a uomini e donne fra i 18 e i 28 anni, su base volontaria, nato con la fine del 2001, ha incontrato il consenso di partecipazione sia da parte dei giovani che del Terzo Settore e della Pubblica Amministrazione. Le condizioni per poter presentare progetti (accreditamento), la definizione di un effettivo e verificabile progetto di servizio civile, la durata di 12 mesi sono alcune delle condizioni di base per realizzare da parte degli enti accreditati servizi di qualità per i cittadini. La scelta di uno specifico progetto, il percorso di selezione, la motivazione sono alcune delle condizione di base da parte dei giovani per vivere un?esperienza ricca, utile, patrimonio per le scelte di vita. Un Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC) che sia coerente attuatore delle leggi e degli atti di indirizzo del Governo, che sia organo di promozione, di monitoraggio, di controllo delle esperienze, utile centro servizi a cui ricorrere ecco alcune condizioni di base per un innovativo rapporto fra società civile e Stato. Numerosi elementi di questi primi 4 anni di sperimentazione dicono che queste potenzialità possono essere realizzate a giovamento dell?intera società italiana. Il SCN può veramente essere uno strumento privilegiato per concorrere a: – promuovere la pace e contribuire ad un?Europa soggetto di pace nel mondo; – promuovere la solidarietà e la giustizia sociale; – promuovere la partecipazione civica, elemento di base per la democrazia. Sulla base di questa valutazione positiva Arci Servizio Civile e le associazioni nazionali socie confermano, anche a fronte di dibattiti su altre modalità, che il SCN è la prospettiva per i prossimi anni nel loro impegno per promuovere il servizio civile. Un successo a rischio Negli ultimi due anni sono però progressivamente emersi segni di possibile crisi su cui è indispensabile agire operando su più livelli. Due sono i segni di crisi su cui richiamiamo l?attenzione: – l?impreparazione dell?UNSC a governare il successo di partecipazione al SCN; – la presenza di aree nelle quali le finalità del SCN sono diverse da quelle della legge, senza che ne siano seguiti ad oggi interventi significativi da parte dell?UNSC. Il primo appuntamento è la legge finanziaria 2006. Se vogliamo interrompere la tendenza a trasformare il SCN da opportunità in privilegio occorre dotare il fondo nazionale per il servizio civile di almeno 280 milioni di euro, per portare ad almeno 60.000 il numero dei posti proposti ai giovani nel 2006. Nuovo modo di operare da parte dell?UNSC Occorre una decisa inversione di tendenza nella pratica operativa dell?UNSC che deve aggiungere alla fase burocratica dei controlli formali a monte (accreditamento) – controlli formali che non tutelano dai ?furbi? – strumenti di valutazione di qualità dei progetti, sia in fase di valutazione che di loro attuazione, con controlli che valorizzino le positive esperienze e che intervengano quando le finalità della legge sono distorte ad esempio a fini occupazionali, se non peggio. Occorre premiare chi lavora bene. Invece per l?UNSC tutti sono uguali, premiando quindi di fatto chi poco investe nella attuazione piena delle finalità della legge. Il Terzo Settore al primo posto In questo quadro l?UNSC deve anche chiarire come intende nel 2006 dare seguito alla indicazione del Ministro Giovanardi di mettere al primo posto nella programmazione il terzo settore rispetto alla pubblica amministrazione. Modifiche legislative Infine, ad inizio della prossima legislatura, occorrono interventi sulla stessa legge 64/2001 che portino a applicare anche al servizio civile nazionale il principio di sussidiarietà fra terzo settore e pubblica amministrazione, diano seguito alla sentenza 228/04 della Corte Costituzionale per quanto attiene la competenza statale nel rapporto con il ruolo delle Regioni, modifichino il meccanismo di finanziamento del fondo per il servizio civile, che innalzino, a parità di ore annuali, le ore di formazione generale. Anche un servizio civile obbligatorio? In questi ultimi mesi, da fonti autorevoli, sono emerse sollecitazioni a ripensare a forme obbligatorie di servizio civile, per uomini e donne. Arci Servizio Civile invita a maneggiare con estrema cura e cautela questa tematica, tanto più in fase preelettorale. La nostra prospettiva, abbiamo sopra indicato, è lo sviluppo del Servizio Civile Nazionale su base volontaria. Reagire alla caduta di partecipazione civica Condividiamo, perché è una finalità dello stesso SCN, la sollecitazione che sta alla base di questa ipotesi: reagire al progressivo distacco delle istituzioni pubbliche da scelte culturali, da politiche attive nella promozione della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, nella formazione di coscienze solidali, a cominciare dai giovani, che sono il futuro del Paese, anche se è materia di discussione, a tutti i livelli, se questo obiettivo sia raggiungibile con un obbligo di legge o per libera scelta di cittadini resi consapevoli. Da questo punto di vista è però necessario considerare che tale possibilità deve trovare il suo luogo di applicazione anche e soprattutto a partire da dove già esiste l?istituto dell?obbligo, a cominciare dalla scuola, depauperata in questi decenni da ogni ruolo nell?educazione civica dei giovani. Inoltre deve essere chiaro che l?ipotesi di introduzione di una qualche forma di ?obbligo? non può essere considerata alternativa alla necessità di tutelare e rafforzare l?esperienza del Servizio Civile Nazionale che come sopra riportato richiede risorse maggiori di quelle attualmente a disposizione e le necessarie modifiche legislative. Le sfide al servizio civile obbligatorio Qualora venisse ritenuto utile, nei prossimi anni, approfondire l?ipotesi di un servizio civile obbligatorio, richiamiamo l?attenzione su alcune sfide che per essere vinte richiedono scelte generali per politiche di legislatura. Il cambiamento della politica e delle sue priorità Una ipotesi di tale portata deve essere inserita in politiche culturali, di comunicazione istituzionale, di comportamenti della classe politica che siano basati sull?inveramento della legalità, della pace e della giustizia sociale, che pongano le basi per una adesione consapevole alla reintroduzione di un istituto obbligatorio che è stato invece bistrattato sistematicamente negli ultimi anni da ministri e politici di entrambi gli schieramenti e che è stato ?sospeso? a Luglio 2005, cioè tre mesi fa. Nello specifico, questa ipotesi dovrebbe confrontarsi sul modo di realizzare alcuni obiettivi di base. La qualità dell?esperienza Il rispetto dei protagonisti (i giovani, i cittadini, le organizzazioni sociali) e la valorizzazione delle risorse pubbliche e delle organizzazioni sociali, richiederebbero la positiva soluzione al dilemma ?grandi numeri/attività qualificate e gratificanti?, dilemma sul quale hanno fallito nel passato esperienze animate dalle migliori intenzioni. Soluzione positiva tanto più perché fondata alla base da un obbligo richiesto dallo Stato a tutti i cittadini di una specifica fascia di età. La coerenza fini/mezzi. Alti valori richiedono grande coerenza nelle esperienze, il costante controllo delle attività, la valutazione dei risultati pratici e la rendicontazione pubblica dell?impatto sulla società italiana. E come abbiamo visto tutto ciò richiede grande attenzione già nella concreta attuazione del SCN. In altri termini va evitato che questa ipotesi si traduca nella prassi ?scava la buca, riempi la buca? o nel far fotocopie rimproverato giustamente ad alcune patologie del servizio civile degli obiettori di coscienza. La sostenibilità economica e organizzativa Grandi numeri per brevi periodi richiedono infrastrutture amministrative e gestionali consistenti, con un mix di centralizzazione e decentramento, non autorefenziali ma finalizzate a scopi operativi. La sostenibilità economica di tale ipotesi è ovviamente un?altra grande sfida. Inoltre si deve tener conto della necessità di trovare risorse che permettano l?attuazione di questa ipotesi in regime di convivenza con il SCN. La partecipazione alla definizione delle proposte elettorali Arci Servizio Civile e le associazioni nazionali socie chiedono che nel programma elettorale siano inclusi impegni tesi allo sviluppo e alla qualificazione del SCN e a tale scopo chiedono che già nelle fasi preparatorie ci siano modalità di consultazione che permettano la valorizzazione dei contributi che chi vive questa esperienza da anni può portare. Il bilancio ele prospettive sono state elaborate da: Arci Servizio Civile ARCI Nuova Associazione Arciragazzi Auser Legambiente Uisp CGIL Dipartimento Organizzazione


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