Famiglia

Servizio civile sul lastrico

giovani Nel 2009 saranno avviati meno di 30mila volontari. La denuncia di Leonzio Borea

di Redazione

Un pugno di mosche per il servizio civile. «Il futuro non è roseo», sintetizza il direttore dell’Unsc, l’Ufficio nazionale, Leonzio Borea (nella foto), che al ritorno dalle ferie si aspettava lo sbocco dei 33 milioni di euro del fondo nazionale voluto dal governo del centrosinistra e invece ha trovato la silenziosa, ma sostanziale conferma della misura da parte della nuova maggioranza, che comunque, trasferendo l’Unsc sotto la Presidenza del Consiglio ha scongiurato che un analogo congelamento, l’anno venturo, possa venire preteso dal ministero dell’Economia.
«Con le risorse che abbiamo in cassa il bando 2009 non arriverà a 30mila volontari», denuncia Borea. Una vera mazzata per un sistema che già sotto la gestione De Luca-Cipriani ha visto crollare il numero degli avvii da 53mila a 34mila volontari.
I giochi però non sono ancora fatti. Certo, almeno per quest’anno, le possibilità che un nuovo bando veda la luce sono ridotte al lumincino, anche perché il direttore dell’Unsc sta pensando di dirottare l’eventuale tesoretto sul bilancio della prossima stagione. «Anche perché», interviene Borea, «il centrosinistra ci ha lasciato in eredità una programmazione finanziaria che prevede un taglio delle risorse di 50 milioni di euro per il 2009, e di 100 milioni nel 2010». Al di là delle schermaglie politiche, però, l’avvocato campano che Carlo Giovanardi ha voluto al timone del servizio civile una exit strategy la sta preparando. Il pacchetto salva-servizio civile sarà presto consegnato nelle mani del suo superiore nella speranza che le sue proposte entrino nella prossima Finanziaria. Di che si tratta dunque?
Il bersaglio numero uno è il fisco. Preso atto della difficoltà nell’incrementare le risorse, non rimane che tentare con la strada della detassazione. Le ragioni d’altra parte non mancano. «Sulle spalle del servizio civile grava una tassa regionale, l’Irap, che vale l’8,5% delle “paghe” che noi elargiamo ai volontari, perfino a quelli che prestano servizio nell’ambito di progetti regionali, approvati e coordinati dalle stesse Regioni che sono il 45% del totale: non credo si possa andare avanti così», tuona Borea facendo sua una proposta da tempo avanzata da alcuni enti storici con in prima fila le Anpas. Ogni volontario in servizio – in questo momento sono circa 41mila – percepisce uno “stipendio” di 433 euro al mese. In totale fanno 17 milioni 753mila euro. L’8,5% di questo monte stipendi è pari a poco più di 1,5 milioni di euro che, mensilmente, verrebbe risparmiati con la cancellazione dell’imposta.
Nel mirino di Borea però c’è soprattutto l’Inps. In base alla circolare 55 del 30 aprile 2008, infatti, sui volontari privi di ogni forma previdenziale obbligatoria – la stragrande maggioranza – pesa un’aliquota contributiva del 24,72%. In soldoni ogni 100 euro di assegno che entra nelle tasche dei ragazzi, l’Unsc ne versa altri 24,72 come contributi. «Anche su questo versante mi auguro che presto arrivi qualche buona notizia, in modo da liberare risorse per sostenere i progetti», chiosa il direttore. La terza gamba del piano Borea mira, infine, ad attirare risorse private. Il primo passo in questa direzione è stato la recente approvazione del principio che «l’Unsc può essere destinatario di donazioni private». «Adesso», conclude Borea, «occorrerà trovare chi è disposto a investire su di noi».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA