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Servizio civile, Salvini lo vuole obbligatorio? Il prerequisito è che ci siano i fondi
Per il neo ministro degli Interni «sarebbe bello reintrodurre il servizio militare e il servizio civile obbligatori per reinsegnare la convivenza civile». La replica di Licio Palazzini presidente della Conferenza nazionale degli enti di servizio civile: «Il tema all'ordine del giorno è che oggi non ci sono i 400 milioni di euro necessari per permettere l'accesso al servizio ai 100mila giovani previsti dalla riforma del servizio civile universale»
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Il neo ministro dell’interno, Matteo Salvini, dopo aver partecipato per la prima volta alle manifestazioni del 2 giugno a Roma, a Treviso è tornato a parlare di servizio civile obbligatorio: «Per la prima volta oggi ho partecipato alla festa del 2 giugno e ho visto sfilare il meglio dei nostri ragazzi fra le forze militari. Penso a quanto sarebbe bello reintrodurre il servizio militare e il servizio civile obbligatori per reinsegnare la convivenza civile».
Quindi addio volontarietà? Leva obbligatoria civile o militare per tutti? Abbiamo provato a chiedere a Licio Palazzini, presidente della Cnesc, la Conferenza nazionale degli enti per il servizio civile un parere sull’esternazione del titolare del Viminale nonché vice-premier.
«Innanzitutto ribadiamo quello che abbiamo detto anche ai precedenti governi», esordisce Palazzini: «c’è necessità di politiche pubbliche di rinforzo del senso di appartenenza alla società civile sulla base di una libera scelta di partecipare e per questo abbiamo chiesto l’applicazione del Servizio civile universale e cioè permettere la partecipazione al Servizio a 100mila giovani numero che coinciderebbero poi con quelli che già oggi chiedono di farlo, però non ci sono i fondi». L’obiettivo 100mila giovani in servizio civile però non è dietro l’angolo soprattutto perché occorre, continua Palazzini «un meccanismo che richiede tempo e che se fatto bene con la soddisfazione di tutti fa sì che si crei una situazione sociale che renderebbe naturale un processo di progressiva espansione dei partecipanti a questa esperienza».
Per Palazzini è preferibile la libera scelta ma, premette «non ci interessa iscriverci al partito pro o contro». Con uno spunto di realtà ricorda che «oggi per il Servizio civile universale non ci sono i 400 milioni di euro annui per permetterebbero l’accesso a 100mila posizioni. Nella legge di stabilità per il 2019 i milioni di euro sono 150. Gli esperti dicono che la reintroduzione della leva obbligatoria richiederebbe dei miliardi. E mi chiedo se non riescono a trovare centinaia di milioni come possono trovare i miliardi?».
Lasciando perdere i numeri, c’è anche un’altra considerazione importante da fare «perché un consenso a un impegno civico si realizzi, occorrono buone esperienze e adulti motivati e preparati. Dove sono questi adulti?». E da non trascurare anche un altro quesito «quante attività servono per impegnare mezzo milione di persone ogni anno?»
Meglio quindi per Palazzini accettare la sfida organizzativa di «far partire e stabilizzare il Servizio civile universale. Si otterrebbe così in modo semplice un risultato concreto: avere ogni anno 100mila giovani impegnati in un’esperienza di civismo che può diventare contagiosa e ampliarsi».
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