Cultura

SERVIZIO CIVILE. Salesiani: è a rischio la sua esistenza

La denuncia dei salesiani: è a rischio l'esistenza stessa del servizio civile nazionale. Ecco le richieste al Governo «per non tradire i giovani»

di Redazione

La Federazione SCS/CNOS – Salesiani per il sociale interviene sulla situazione del Servizio civile nazionale osservando: «Prima l’uscita dei bandi nei periodi meno adatti dell’anno, poi l’inquadramento del servizio civile all’interno di schemi contrattuali di carattere lavorativo e infine la lenta e progressiva diminuzione dei fondi. Tutte situazioni che minano l’esistenza stessa del Servizio Civile Nazionale. In questi anni abbiamo assistito a un lento impoverimento di questa straordinaria esperienza formativa. Sembra proprio che allo stato dei fatti il Servizio Civile Nazionale rischi di diventare una bella promessa non mantenuta».

L’ultima «beffa» nella Finanziaria 2009. Drastico taglio dei fondi previsti (42%): solo 171 milioni di euro a fronte dei 299 stanziati nel 2008. Potrebbe essere davvero il colpo di grazia. Come a dire: “facciamo dietro front, al Scn non si dà credito”.
«Non possiamo fare a meno di notare – continua la nota dei salesiani – come il comportamento dell’esecutivo sia quantomeno contraddittorio. Si reintroduce lodevolmente l’educazione civica nelle scuole, ma si blocca un’esperienza che ne è la realizzazione pratica, si afferma di voler riconoscere e riaffermare il protagonismo giovanile, ma di fatto si impedisce la realizzazione di un percorso che è andato splendidamente in questa direzione. E tutto questo in un momento in cui le istituzioni e la società intera richiederebbero il contrario. Certamente si tratta di una esperienza che va rivista e rimessa a punto, ma non si può negare la possibilità di svolgere questa esperienza al maggior numero di giovani possibile. La riduzione delle risorse, oltre ad essere una manifestazione della volontà di non investire in questo strumento, non fa che creare un Servizio Civile elitario, per pochi, non una possibilità di crescita per tutti quale dovrebbe essere. Per noi Salesiani il Scn è invece una risposta al clima di emergenza educativa da più parti denunciato, soprattutto perchè abilita i giovani ad appassionarsi al destino dell’altro e a farsene carico. Sostenere e incentivare questa esperienza vuol dire contribuire allo sviluppo della coscienza sociale e all’aumento della partecipazione democratica dei giovani alle politiche territoriali e del Paese».

Queste le proposte della Federazione SCS – Salesiani per il sociale:
il ripristino dei fondi previsti nella finanziaria dello scorso anno;
la revisione dell’intero sistema per sanare le aree problematiche (regioni-nazionale, enti pubblici – enti privati, natura e status giuridico dei volontari in servizio civile… etc.);
una maggiore attenzione a quelle che dovrebbero essere le finalità educative dei progetti;
una valutazione dei progetti che non badi solo alla correttezza formale ma al loro contenuto reale, in modo tale che essi siano anche sostanzialmente di valore;
una programmazione di lungo periodo (triennale) per il settore, ferma e coerente con gli scopi, che dia agli enti maggiori certezze e migliori possibilità organizzative;
una programmazione della tempistica dei bandi più attenta alle esigenze dei ragazzi, quindi in uscita entro il mese di maggio.

«Come Salesiani, insieme alla Cnesc (Consulta Nazionale Enti di Servizio Civile) ci affianchiamo a tutti gli enti del Terzo Settore che hanno evidenziato la propria disponibilità a sedersi ad un tavolo per rinnovare e migliorare il sistema, ma ribadiamo anche la richiesta di emendamenti alla legge finanziaria per dare al Servizio Civile Nazionale nel 2009 le stesse risorse del 2008, rispettandone così la storia e salvaguardandone il ruolo e il significato. È di queste ore la notizia dell’impegno, preso dal Governo, per tornare a uno stanziamento vicino a quello previsto per l’anno in corso dal Governo Prodi. Saprà – si chiedono i Salesiani  – alla prova dei fatti rispondere realmente alle aspettative?»

«Il rischio maggiore che si corre in momenti economicamente delicati come quelli che stiamo vivendo- conclude la nota -, è “far quadrare i conti” per soddisfare le urgenze e le necessità materiali, tralasciando però urgenze di tipo sociale ed educativo nei confronti delle giovani generazioni che sono i reali investimenti per il futuro».

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