Welfare
Servizio civile, nel 2006 gli ex obiettori sono ancora discriminati
L'accesso a molte professioni è ancora negato a chi ha scelto la soluzione alternativa al servizio militare prima della riforma. La denuncia dell'associazione che tutela gli ex obiettori
La riforma del 2004 ha annullato il servizio di leva obbligatorio e dal 2001 esiste il Servizio civile volontario, i cui alti numeri di adesione vengono presentati quest’oggi a Roma. Belle novità, senza dubbio. Ma ch’è chi, in questa evoluzione del diritto a difendere la patria senza l’uso delle armi, si sente dimenticato: sono gli ex obiettori. Per loro, ancora oggi l’accesso a molte professioni è negato: lo status di “obiettore” resta un marchio discriminatorio in molti campi lavorativi.
In difesa di queste persone, l’associazione Tutela diritti ex-obiettori chiede oggi che vengano approvate le leggi necessarie per rimuovere le norme vessatorie che gravano sui cittadini che hanno prestato servizio civile alternativo.
Il 19 settembre scorso, sottolinea l’associazione, è iniziato a Montecitorio in Commissione Difesa l’iter di esame di tre proposte di legge volte ad abrogare o a limitare nel tempo i divieti attualmente vigenti. Tali divieti proibiscono agli ex-obiettori la partecipazione a concorsi o l’esercizio di professioni anche in campo civile, che abbiano attinenza col possesso di licenze di pubblica sicurezza o con la detenzione di arma per difesa personale ( vigili urbani, guardiaparco, direttori di cave e miniere, produttori di air-bags, appartenenti alle forze dell’ordine, tecnici di polizia scientifica e persino atleti nei gruppi sportivi delle forze di polizia).
Alla Camera, in Commissione Difesa, sono state illustrate le proposte di legge n. 931 (Benvenuto, Ulivo), 206 (Brugger,SVP) e 197 (Zeller, SVP), per abrogare o limitare i divieti previsti dall’art. 15 della legge 230/98 in materia di obiezione di coscienza, basate sul presupposto che i convincimenti personali non sono immutabili, e che possono esistere forme di obiezione all’esercito di leva non coinvolgenti il ruolo delle forze di polizia. La leva obbligatoria è peraltro scomparsa dal 1 gennaio 2005, e non sono richieste forme di coerenza ai nati dopo il 1985, non tenuti agli obblighi di leva, cosa che accentua ancor di più le disparità di trattamento tra cittadini. Il 12 dicembre scorso, infine, si sono conclusi i lavori del comitato ristretto in seno alla Commissione Difesa per unificare le 3 pdl giacenti alla Camera in un unico testo base.
L’associazione Tutela diritti ex-obiettori ha chiesto alla Commissione UE di verificare se sussiste, da parte della Repubblica Italiana, la violazione della Direttiva 2006/54/CE relativa all’attuazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne per quanto riguarda l’accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni di lavoro, in relazione a centinaia di bandi di concorso che discriminano cittadini maschi negando loro la partecipazione in caso di passato assolvimento degli obblighi di leva mediante prestazione del servizio civile alternativo, in passato promosso dallo Stato con campagne televisive e pubblicitarie (“Una scelta che ti cambia la vita”). Sono in corso verifiche da parte degli Uffici della Commissione UE (Dipartimento Occupazione e Affari Sociali) in merito alla compatibilità tra la legislazione italiana e la suddetta Direttiva comunitaria.
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